Appunti per un corso di scrittura - 8
Attraversare il deserto della pagina bianca ed emergerne sani e salvi. Istruzioni per l'uso.
Ciao a tutti e a tutte, sto attraversando giorni complicati e bellissimi, la newsletter cresce, qualcuno ogni tanto si abbona e io mi sento o onorato e allo stesso tempo in ansia perché devo essere all’altezza di chi decide di supportarmi e soprattutto all’altezza dei miei standard, visto che sono il primo che ha deciso di supportarsi.
In questi giorni sono sballottato tra un paio di press tour molto grossi, una intervista ancora più grossa e un lavoro abbastanza impegnativo, che mi terrà occupato tutto il mese di maggio, più un’altra roba che sta andando in porto con la cura e la paura con cui si costruisce un castello di carte.
Ecco perché oggi forse la newsletter sarà un po’ più corta, ma anche, a differenza di quelle del mercoledì, senza paywall.
Un po’ per salutare chi si è iscritto da poco, un po’ per il discorso degli standard di cui sopra.
Ma voi siete qua per qualche consiglio, non per sentirmi raccontare i fatti miei, quindi iniziamo.
Meglio scritto che vuoto
Se mai dovesse rimanervi attaccato un solo consiglio tra tutte le cose che sto scrivendo in questa rubrica penso che il più importante sarebbe proprio “meglio scritto che vuoto”.
È semplice, non si scappa, non ci sono troppi giri di parole e come iniziare un po’ l’ho già spiegato nella puntata precedente.
Qualsiasi cosa orribile che vi possa venire in mente per riempire quella pagina è meglio del nulla, perché alla fine potete fare tutti i corsi di scrittura che volete, potete leggere tutti i libri che volete e potete sentirvi pervadere dal sacro fuoco del New Journalism americano ma arriverà sempre il momento di riempire quella pagina.
E riempirla anche quando proprio non ci riuscite. Per stanchezza, noia, stress, ansia, pigrizia o c’è un videogioco che proprio vorreste provare. Insomma, quando scrivere diventa un lavoro.
Per fortuna col tempo e col mestiere diventerà un gesto naturale, ma prima di arrivare a quel punto (e, a volte, anche a quel punto) vi assicuro che di situazioni angoscianti di fronte a Word ne vivrete parecchie. I motivi sono molti e sfaccettati.
C’è chi è estremamente perfezionista e finché la frase non è proprio quella là non comincia, ma come puoi sapere se la frase è quella là finché non l’hai messa giù.
C’è chi si fa angosciare proprio dall’idea che “oh mio dio devo veramente scrivere, non si scappa, devo farlo, sta succedendo, e se poi mi fermo? E se poi arrivo alla fine e il pezzo non mi piace?
C’è chi proprio non c’ha voglia, perché scrivere richiede un momento di concentrazione, merce rara.
Ma purtroppo la scrittura, e quando parlo di scrittura parlo di qualsiasi tipo di scrittura eh? Che sia una recensione, un saggio, un post su Facebook, un testo televisivo eccetera alla fine ti costringe a fare i conti con le parole messe in fila.
Alla fine è un po’ come il mantra della paura di Dune, dovete attraversare la pagina come la paura.
Altrimenti è come vedere un sacco di video sull’esercizio, leggere libri di alimentazione e poi non andare in palestra perché fa fatica sollevare i pesi. Certo che fa fatica, come tutte le cose, ma come tutte le cose bisogna prendere il ritmo.
Fatemi dire una roba da coach motivazionale: se iniziate a scrivere una pagina orribile siete comunque più avanti di quelli che non hanno cominciato.
Anche perché se non cominciate inizierete a rimandare, rimandare, rimandare, costruendovi una bella casetta con mura di scuse e tetto di rassegnazione. E dopo un po’ vi renderete conto che in quella casetta ci state così bene che, quasi quasi, non vorrete più uscirne.
Come diceva De André do buoni consigli perché non posso più dare il cattivo esempio, me ne sono accorto gestendo N3rdcore negli ultimi anni è che una delle cose più importanti di un buon capo, o almeno, un buon capo secondo me, sta proprio nella gestione e nella motivazione degli altri quando sentono che non ce la stanno facendo.
E molto spesso chi non ce la fa non ce la fa perché ha scritto un brutto pezzo, non ce la fa perché non ha voglia o tempo, non ce la fa perché ha paura di scrivere e quella paura sono abbastanza convinto sia legata proprio a quella pagina bianca.
Come se ne esce quindi?
In questo, ammetto, potrei essere un pessimo insegnante, perché ormai il mestiere mi ha reso abbastanza fluido nell’attacco di un pezzo.
Ma per fortuna ho buona memoria e soprattutto rompo le scatole a chiunque incroci il mio cammino per fare in modo che scriva. Sia perché credo in queste persone, sia perché i progetti come N3rdcore hanno sempre bisogno di nuove, idee, nuovi punti di vista, nuove penne. Questo mi ha permesso di stare comunque a contatto con un sacco di gente che pensa di non saper scrivere o non saperlo più fare.
Se avete una vocina che vi dice che non sapete fare niente sappiate che forse non la zittirete mai, ma potete allenare la vostra testa a ignorarla perchè avete troppo da fare.
Intanto, pensiamo alla condizione ideale che dovremmo raggiungere.
L’ispirazione è una cosa bellissima, ma tenere da parte gli appunti che accedono la miccia ancora di più. Ricordatevi che si scrive soprattutto quando non si scrive.
Anche quando pensate che l’ispirazione stia baciando proprio voi probabilmente state attingendo in modo inconscio alla vostra organizzazione mentale, come un atleta che ripete il gesto senza pensarci. L’ho detto e lo ripeto: il genio creativo innato non esiste, si copia, si incolla, si elabora. Sempre.
La prima versione di tutto è merda, lo diceva Hemingway e aveva ragione; quindi, riempire una pagina di roba che non ci piace va benissimo.
Se editare quello che avete scritto vi sembra roba noiosa ricordatevi che anche editare è creatività, come potare una pianta.
Ok tutto molto bello ma io sono sempre qui, la pagina è bianca, sono arrabbiato/a e non voglio più scrivere, come ne esco.
Prova così.
Hai fatto una lista dei punti che vuoi toccare nel tuo articolo? Prova a scriverla su un foglio di carta, piano piano.
Inizia il tuo pezzo descrivendo quello che stai facendo. Sì, potresti proprio iniziare con “Adesso inizio a scrivere questo articolo ma ho tantissima paura di non saperlo scrivere perché l’iconografia dei gatti su internet dai bonsai kitten a Jared Letho che si vede da furry al Met Gala mi sembra veramente un argomento molto, molto vasto.
Prova a fregare la tua testa: inizia da quello che vorresti dire alla fine. Oppure da metà. Oppure dall’argomento che sembra piacerti di più.
Mai e poi mai impuntarsi iniziando dal titolo, io li ho sempre scritti come ultima cosa. Poi parleremo anche di loro.
Immagina di dover raccontare quella cosa a un amico, volendo puoi persino provare a raccontarla a voce, registrarti e provare mettere giù quello che hai registrato? Non sai a chi raccontarla? Chiamami.
Se l’argomento è conosciuto puoi fare anche così. Vedi come ha iniziato qualcun altro e poi diventa editor del suo testo, cambia le parole, mescola le frasi, fallo tuo e modificalo finché del testo originale non resta più niente. Se la cosa ti fa sentire in colpa ricordarti che la nostra testa spesso fa la stessa cosa senza dircelo.
Se proprio va male, camminate. Credo ci siano molto studi che dimostrano quanto una camminata aiuti la creatività. Ma non fatelo col telefono in mano. Usatelo per prendere appunti, al massimo.
Se proprio va malissimo, oggi è andata così. Fermatevi e fate altro. Sapete voi quando è il momento adatto per farlo, ma di solito è un momento prima di impazzire ma un momento rispetto a quando pensate di doverlo fare.
E quindi il mio consiglio è: scrivete, scrivete, scrivete. Buttate giù tutto, soprattutto le cose che non vi piacciono. Così non saranno più nelle vostre teste e potrete lasciare spazio alle buone idee. Non sentitevi inferiori se non viene tutto bene alla prima, non sentitevi però neanche troppo forti da pensare che non si possa ritoccare qualcosa.
Dai, doveva essere una puntata breve e tutto sommato non lo è. Quando uscirà questa mail sarò in treno, ci sentiamo presto.
Ricordatevi sempre che potete contattarmi per qualsiasi dubbio o domanda. Mi piace rispondere alle domande.
E se siete abbonati ricordatevi i vostri 15 minuti di consulenza!
Oggi, per non scrivere, mi sono messa a recuperare le vecchie uscite della tua newsletter (ed eccomi qui 😅)