Come proporre il tuo pezzo
La sottile arte del "pitch", che a volte è un po' come chiedere di uscire a bere qualcosa assieme e poi vediamo come va. E anche qua fare ghosting è da stronzi, ma capita.
Una nuova puntata di Heavy Meta! E stavolta dovrei persino essere riuscito a mandarvela in orario. (Nota per me stesso, se ci sono riuscito datti una pacca sulla spall). Oggi parleremo di un argomento fondamentale almeno quanto la scrittura: come proporre i vostri bellissimi articoli, attività che occuperà gran parte del vostro tempo. Se contiamo anche l’attesa di una risposta forse occuperà ancora più tempo della scrittura stessa.
Farsi accettare un articolo è un misto di tempismo, empatia, capacità di leggere il proprio tempo, contatti. Per certi versi è un po’ come una relazione amorosa: è un rapporto che si sviluppa nel tempo e all’inizio è fondamentale fare una buona impressione e rispettare determinati canoni per fare si che la “luna di miele” vada al meglio e faccia presagire una relazione proficua per entrambe le parti. Rispetto però a una relazione amorosa ricordatevi che siete soprattutto voi a dovervi mettere al servizio e che questa non è una democrazia.
Piccola Premessa: ma come capisco a chi fare una proposta?
Prima ancora di proporre il proprio articolo è fondamentale capire a chi proporlo. La maggior parte dei siti più grandi non hanno certamente una mail dove poter inviare le proprie proposte, altrimenti sarebbero invasi di articoli che poi nessuno leggerebbe veramente. In molti casi anche gli spazi più piccoli, a meno che non ci sia scritto in maniera specifica, non ricevono automaticamente le vostre idee.
Non esiste una guida né un consiglio semplice per spiegarvi come capire a chi scrivere, è una sensibilità che si affina negli anni e che si basa in gran parte sui contatti che svilupperete nel vostro percorso. Tendenzialmente per queste cose non c’è un’offerta di lavoro, può capitare, ma non è la norma, di solito si viene presentati, che non vuol dire essere raccomandati, ma semplicemente che avete guadagnato la fiducia di qualcuno e quel qualcuno è disposto a presentarvi sapendo che non gli farete fare una figuraccia.
Potete provare a presentarvi utilizzando i social network, in alcuni casi funziona in molti altri no perché ci hanno già provato in tanti prima di voi. Potete addirittura avvicinare qualcuno a fiere o eventi di settore. Una strategia che richiede un certo coraggio ma che in alcuni casi potrebbe pagare perché una faccia vale più di una email.
Ribadisco, è forse la parte dove posso aiutarvi meno, ma un consiglio sicuro posso darvelo: non andate dai giornalisti a chiedergli come si fa a fare il loro lavoro e i contatti per proporre esattamente quello che fanno loro. Soprattutto se sono dei freelance. Vi piacerebbe se un bel giorno arrivasse uno a dirvi “bello il tuo lavoro, mi dai il telefono del tuo capo così gli chiedo se posso farlo al posto tuo?”. Questo non vuol dire che non si possano chiedere dei contatti in giro ai freelance, mi sono più volte speso per persone che ritenevo valide, ma se non c’è una confidenza o se volete proprio fare la stessa cosa abbiate un po’ di tatto.
Se ve lo dico è perché mi è successo, così come mi è capitata gente che mi chiedesse tutti i miei contatti coi PR perché doveva fare il mio stesso lavoro da un’altra parte.
La proposta
Ok avete capito a chi dovete chiedere, avete scritto, vi hanno risposto, la porta si è aperta, vedete lo spiraglio di un’occasione che finalmente si para davanti a voi.
E ora?
Quasi certamente vi chiederanno qualche idea, vi capiterà spesso perché al di là di assegnazioni specifiche l’onere delle idee spetterà quasi sempre a voi ed è giusto così, chi gestisce e deve barcamenarsi tra migliaia di mail e altre persone come voi non può avere sempre il tempo di proporvi anche su cosa scrivere, soprattutto se ancora vi conosce poco.
Per questo motivo sappiate che le persone che vi dovranno rispondere non sono stronze, non ce l’hanno con voi, non vi mancano di rispetto, non è che non vi rispondono subito perché non vi considerano. Ovvio, i maleducati esistono, ma di solito hanno poco tempo e una finestra di attenzione limitata. Probabilmente vi leggeranno tra una riunione e l’altra, come ultima cosa prima di staccare, mentre aspettano un volo, durante la loro pausa caffè, nei ritagli di tempo o in un momento preciso della giornata che viene dedicato a quello.
Il vostro obiettivo, dunque, è semplificargli le cose il più possibile, soprattutto le prime volte, quando dovete rompere il ghiaccio, quando deve ancora crearsi quel rapporto di fiducia che poi vi permetterà di dire “Senti ho visto che c’è un videogioco che spaventa i bambini, ne scrivo io, arriva domani” e iniziare senza neppure aspettare l’ok di risposta (ma voi aspettatelo sempre).
Ho fatto molte proposte per articoli in vita mia, a volte è andata bene, altre volte è andata male. A volte è stata colpa mia, altre volte sono arrivato troppo presto sul tema (provate voi a dire a Il Post che vi piacerebbe scrivere di videogiochi cinque anni fa, poi ne riparliamo) o troppo tardi. Ricevo anche molte richieste da persone interessate a scrivere su N3rdcore, alcune sono interessanti, altre molto meno e questo è quello che ho imparato dai miei errori e da quelli degli altri.
Studiate il bersaglio: se a volte capire le persone prima di uscirci è difficile con le pubblicazioni è più semplice perché leggendo quello che pubblicano e come lo pubblicano si può capire molto della linea editoriale in cui volete inserirvi, anche se volete proporre qualcosa di forte e non in linea per differenziarvi. Vice non vuole le stesse cose di Esquire che probabilmente non vuole le stesse cose di un quotidiano che di sicuro non ha lo stesso tono di un piccolo progetto sui videogiochi. Imparate a proporre l’argomento giusto usando il tono giusto per il taglio che volete dare. Volete puntare sul giro di affari dei videogiochi? Su quanto aiutino le persone depresse? Su quanto sia tossico il settore degli esport? Su quanto sia bello quel titoli indie semisconosciuto? In base alle risposte ci sono testate e toni differenti.
Non fate doppioni: Studiare il bersaglio evita anche l’imbarazzo di proporre qualcosa che c’è già. Sembra poco ma vuol dire tanto, perché altrimenti sembrate quelli che vogliono collaborare ma non si sono neppure presi la briga di informarsi un po’.
Siate specifici: non interessa a nessuno qualcuno che arriva dicendo “Vorrei scrivere di serie tv o videogiochi”, grazie al cazzo, me lo posso immaginare che tu non mi stia contattando per scrivere di cavalli e segugi. Non ho tempo di tirarti fuori delle proposte sensate, arriva già con qualche idea già pronta che potrebbe diventare il tuo primo articolo. Anzi, di solito io chiedo tre idee pronte, così posso già scremarne due che magari mi interessano meno e di solito su tre idee una buona si trova.
Siate specifici – parte 2: Oltre al titolo mettete una breve descrizione di cosa ci sarà nell’argomento e, se proprio volete esagerare date anche una lunghezza ipotetica e la data di consegna.
Tenete pronti i pezzi buoni: Non sempre chi accetta delle proposte si leggerà qualcosa di vostro prima ma nel caso abbiate pronti sottomano dei link con testi che avete già scritto, saranno ottimi per evitare “il pezzo di prova” e saltare almeno un passaggio. Ovvio che poi sarete comunque in prova ma lo sarete con un pezzo che viene già pensato per essere pubblicato, con eventuali aggiustamenti, e non avrete lavorato a vuoto. Non avete pezzi pronti? Neanche di un sitarello vostro? Neanche scritti per il gusto di farlo? Allora forse dovete iniziare da là prima di proporvi in giro.
Tempismo: Cercate di fare proposte che siano in qualche modo attinenti col momento attuale ma che si brucino subito. Questo perché a volte possono passare dei giorni prima di avere una risposta. Quindi va bene fare un discorso su come le serie TV hanno modificato la figura femminile degli ultimi 5 anni ma magari evitate un pezzo che commenti a caldo la serie uscita ieri perché è probabile che qualcuno ci stia già lavorando.
Non siate avidi: Evitate di proporvi subito chiedendo di recensire cose, di andare ad anteprime e così via. È senza dubbio una parte piacevole del lavoro ma almeno all’inizio fate finta che non sia il motivo principale per cui volete farlo.
Non vi accollate: Dopo aver fatto le vostre proposte non assillate troppo chi le ha ricevute, aspettate almeno una settimana prima di farvi risentire. Se poi spariscono beh, come tutte le relazioni anche quelle dei freelance sono a rischio ghosting e purtroppo ci sono anche tanti stronzi.
Non fate pesca a strascico: Per continuare la metafora dei rapporti di coppia, non serve a niente provarci con tutte le testate, intanto perché non potete preparare bene le vostre proposte e tararle su quello specifico contesto, ma poi che succede se vi rispondono tutte di sì? Vi sdoppiate? Vi chiudete nella stanza dello spirito e del tempo? Lavorate sempre per quello che potete fare, giusto un poco sopra se riuscite, ma mai molto oltre quel limite.
Non sparite: Lo so, sembra assurdo doverlo dire ma capita. Ci sono persone a cui ho detto “ok dai, bel pezzo, mandamelo pure entro una settimana e poi si sono volatilizzate in un attimo. Alcune tornano poi spiegando il perché ma ormai la frittata è fatta, sei ufficialmente una persona non affidabile con cui magari posso lavorare ma su cui per il momento non potrò fare affidamento perché potresti sparire di nuovo (e magari hai pure i cazzi tuoi eh? Però resta il fatto che per me è un casino gestirti). E questo non dipende dal fatto che ti paghino o meno. Anche nei progetti in cui tutti sono volontari ci vuole rispetto e serietà.
E questo è quanto. Ricordatevi sempre di buttare un occhio sui siti che vi piacciono, perché in alcuni casi, miracolosamente, potreste pure trovare uno spazio per le proposte. Tipo su Motherboard, ma non so se funziona ancora.
E se volete scrivere su N3rdcore le porte sono aperte, ma mi raccomando, seguite questa guida.
Qualche link in appendice
Tanz ha scritto un articolo fiume di elucubrazioni sul Comicon di Napoli che mescola osservazioni sociali e architettoniche.
Pare che Top Gun: Maverick sia bello come speravate e altrettanto nostalgico.
Una lettura memetica e social del processo che coinvolge Johnny Depp e Amber Heard. Di cui io non so niente se non quello che filtra dai meme.
Un articolo che arriva dal 1999: Cosa succede in un LAN Party.