Dalla post verità alla troll truth
Non è più una questione di verità, ma rendere il mondo un forum degli anni 2000 senza moderazione.
Prima di iniziare, forse vi è sfuggito forse no il riposizionamento a chiare lettere di Bezos, che in un messaggio ha esplicitato la linea editoriale delle opinioni del Washington Post.
"Scriveremo ogni giorno a sostegno e difesa di due pilastri: libertà personali e libero mercato. Tratteremo anche altri argomenti, naturalmente, ma i punti di vista contrari a questi pilastri lasceremo che siano pubblicati da altri" ha scritto Bezos in una nota ufficiale, aggiungendo di aver offerto a David Shipley di guidare il cambiamento, ma che ha rifiutato. Qualche giorno fa si era dimessa anche una vignettista del WP per un disegno censurato che vedeva Bezos offrire soldi a Trump assieme ad altri oligarchi USA.
"C'era un tempo in cui un giornale poteva vedere come un servizio portare ogni mattina a casa del lettore una sezione di opinioni di ampio respiro che cercava di coprire tutti i punti di vista. Oggi, questo lavoro lo fa Internet. Io sono dell'America e per l'America, e sono orgoglioso di esserlo. Gran parte del successo dell'America è dovuto alla libertà nel campo economico e in altri settori. La libertà è etica – riduce al minimo la coercizione – e pratica – stimola la creatività, l'invenzione e la prosperità"
Al di là di quanto faccia ridere parlare di libertà ed etica mentre stai dicendo chiaramente che bloccherai certi punti di vista. Al di là di quanto sia strumentale pensare che si parli poco di mercato libero (fa il pari con l’altro scemo che voleva più energia mascolina in azienda), mi interessano due punti: da una parte sono quasi rassicurato da un giornale che mette in chiaro la sua linea senza che il lettore debba capirla da cosa sceglie di trattare e come. Non che non sia palese in molti casi, ma visto la nostra ridotta capacità di analisi di questi tempi apprezzo più il nemico con la lama sguainata di quello che diceva di sostenere le minoranze, per poi pugnalarle alla prima occasione.
La seconda cosa che mi interessa è la dichiarazione che oggi dev’essere internet a riportare le notizie al lettore sotto tutti i punti di vista. Quindi di fatto la responsabilità di informarsi bene ricade interamente sul lettore e le sue capacità di ricerca. Che sarebbe un punto anche condivisibile, ma è quella stessa internet dove la SEO di un altro tizio ricco decide cosa sta sopra e sta sotto, dove ormai la maggior parte delle persone si informa in spazi dove determinati argomenti sono oscurati e dove un algoritmo tende a dardi sempre più o meno le stesse cose.
Insomma, ora più che mai dovremmo avere giornali che parlano di tutto, proprio perché stiamo lasciando in mano internet ai ricchi. Ma d’altronde chi aveva i giornali anche prima? Sempre loro. Forse facciamo prima a riprenderci internet e lasciare Bezos a parlare solo agli amici suoi.
All eyes on me
Ho tenuto duro fino all’ultimo, perché c’era già il mondo intero a parlare ogni giorno di Musk e Trump, Trump e Musk. Cosa fanno, cosa non fanno, cosa fanno in segreto, cosa urlano, cosa ritrattano.
Ho atteso tanto perché questi personaggi hanno una caratteristica importante: quando inizi a parlare di loro rischi di parlare solo di loro. Perché il loro obiettivo è dominare il palco sempre e comunque, vomitando su una stampa incapace di star dietro così tante notizie, frasi, scandali da oscurare qualsiasi altra cosa. È un trucco vecchio ma funziona sempre.
Però l’occasione è troppo ghiotta per non parlare di una mia fissa personale, una di quelle robe che vado in giro a dire da anni (non solo io eh? Non son così brillante): e cioè che tutto questo è perfettamente in linea con una società che ha sviluppato e affinato certi linguaggi nei primi anni 2000 su internet e che adesso li sfrutta nella politica.
In poche parole, i troll sono passati dai forum al G20 e il mondo non era pronto, o forse pensava che i naturali contrappesi della società civile bastassero. Per adesso tengono, ma non è detto che la situazione regga.
Ma siamo ancora alla fase di Occhetto col completo marrone in tv contro Berlusconi, non abbiamo capito che il mondo è cambiato, che le regole sono cambiate e pensiamo che il buon senso è un po’ di indignazione per un video brutto ci salveranno.
In un libro che secondo me tutti avrebbero dovuto leggere anni fa, che si chiama Kill all normies (in italiano “Contro la vostra realtà”), viene descritto molto bene il processo di trasformazione che ci ha portato dove siamo e che molti hanno ignorato perché non lo conoscevano, non sapevano decodificarlo o lo hanno sottovalutato. Un libro che dopo il primo mandato di Trump spiegava già tutto, mentre pensavamo che sarebbe stata una cosa passeggera.
"La alt-right non riuscirebbe mai a raggiungere il mainstream e le nuove generazioni se si esprimesse solo nella forma di lunghi trattati pubblicati su oscuri blog.- vi si legge - È stata la cultura basata sulle immagini e sull’umorismo dell’irreverente fabbrica di meme 4chan (in seguito 8chan) che ha dato alla alt-right la sua energia giovanile, carica di voglia di trasgredire e di strategie da hacker."
E ancora: Il trionfo dei sostenitori di Trump ha rappresentato anche una vittoria nei confronti del tanto detestato mainstream mediatico, oggi inviso a molti elettori medi nonché alle strambe e beffarde sottoculture di Internet che, tanto da destra quanto da sinistra, hanno preso le distanze da esso."
D’altronde :"Negli anni 2000, chiunque mostri di non conoscere la cultura web diventa oggetto di crudeltà di ogni tipo. L’emersione su Internet di una sensibilità anti-establishment si è espressa in una cultura fai-da-te fatta di meme e contenuti generati dagli utenti, come predicavano i cyberutopisti."
Insomma, ci siamo capiti.
Don’t feed the troll
Contro la vostra realtà spiega anche bene la figura di Bannon, colui il quale oltre a esibirsi in saluti nazisti e truffe per la costruzione di un muro col Messico ha anche definito il playbook dell’alt-right e in generale delle nuove destre. Una strategia che non solo prevede il reclutamento di persone direttamente tra le file di chi bazzica forum e videogiochi, ma che sfrutta l’incapacità dei media tradizionali di stare dietro al flusso di informazioni.
E quindi te butti fuori costantemente notizie, notizie, notizie, alzando costantemente i toni, buttando in mezzo affermazioni discutibili, dicendo di tutto e poi ritrattando. Avete presente i primi giorni di Trump e la raffica di decisione improvvise?
Quella tattica si chiama “Inondare la zona di merda”.
Viviamo in un ecosistema mediatico che sommerge le persone di informazioni. Alcune di queste informazioni sono accurate, altre sono false e molte sono intenzionalmente fuorvianti. Il risultato è una società che ha sempre più rinunciato a cercare la verità. E per evitare che lo faccia noi inondiamo la zona di merda, azzerando ogni discorso e portando tutte le attenzioni su di noi.
Sapete chi faceva queste cose? I troll sui forum vent’anni fa.
Ho avuto la fortuna di iniziare a vivere internet in adolescenza, godendomi quei tempi sperimentali e bizzarri fatti di portali, siti personali, guestbook, chatroom, webring e ovviamente di forum. Posso dire serenamente che per anni i forum sono stati il mio gioco di ruolo preferito dove discutere, litigare (anzi, flammare) confrontarmi e farmi anche delle amicizie. Ho frequentato forum dove trollare, provocare, difendere posizioni senza senso, insultarsi era parte del gioco, anzi era IL gioco.
All’epoca ci sembrava qualcosa di figo (eravamo giovani e edgy), di divertente, di provocatorio, ma anche qualcosa di assimilabile al wrestling (almeno finché qualcuno non se l’è presa e ha denunciato sul serio) con regole scritte e non scritte, nonnismo, humor nero e così via. Niente che oggi non si trovi quintuplicato in un tranquillissimo gruppo facebook di quartiere e non assimilabile con quello che gira su Telegram. Anche se oggi probabilmente saremmo finiti in un servizio su Fanpage sul degrado giovanile.
Son questi i gruppi dove ho imparato cosa sono i troll, come ci si comporta, come li si disinnesca, quali sono le loro tecniche. E come me milioni di persone, tra di loro c’è sicuramente qualcuno che ha consigliato Trump, ma anche Salvini (Morisi ha scritto sui siti di videogiochi e questo non è un caso).
C’è una vecchia legge dell’internet che recita “Don’t feed the troll” ed è una regola aurea che molti hanno scordato. Il troll si nutre di attenzione, di polemica, di scambi, cerca costantemente qualcuno con cui parlare e insozzare la conversazione. L’unico modo per vincere e non giocare, come diceva un famoso film su videogiochi e conflitti mondiali.
Quando un troll decide di cominciare a rompere le palle sul forum ogni discussione perde di senso e diventa rapidamente un flame dove il tema iniziale si perde in battutine, dialoghi infiniti, sofismi e trucchetti retorici. In questi casi o il forum in massa ignora il troll e se ne va da solo o lo sbatti fuori.
Non sto dicendo che possiamo disinnescare Trump ignorandolo e purtroppo non abbiamo i poteri per bannarlo, perché nei forum c’è un moderatore e qua no. O almeno, il “moderatore” ovvero la separazione dei poteri, non può rimuovere fisicamente Trump, ma che possiamo almeno riconoscere alcuni comportamenti tipici.
Leoni da tastiera
Intanto, il troll raramente dal vivo è un personaggio aggressivo. Vive internet come una sorta di grande ingorgo dove può suonare e mandare affanculo dalla macchina, sperando che nessuno si avvicini col crick. Il troll attacca da lontano.
Non è un caso che Trump sia stato a parlare con i principali leader europei, ridendo e scherzando, ma appena tornato a casa ha detto che L’Europa nasce per far dispetto agli Stati Uniti e che è il momento dei dazi. È tornato nei suoi spazi e quell’affermazione serve a riprendersi la nostra attenzione. Domani potrebbe ripensarci o toglierli appena riceve una concessione che può usare per cantare vittoria. Non importa che sia una vittoria reale, basta dirlo.
D’altronde quanta gente poi controlla? E quando quando c’è qualcuno che controlla a chi interessa veramente? Solo alla parte politica avversa, che è così costretta a passare tutto il tempo a confutarti invece che a costruire un programma alternativo.
Questo mi ricorda la Verità di Manicomio, che era il forum che frequentavo. Come ogni forum aveva i suoi personaggi, le sue storie (oggi diremmo “la sua lore”) e le sue verità. Che non erano cose vere, ma cose che era divertente fossero vere. Quindi se qualcuno diceva che tizio era stato cornificato dalla donna e la gente accettava, questa cosa diventava vera. Tutti sapevano che era finta, però era anche vera e ci si potevano fare battute sopra. Perché c’era la verità e la Verità di Manicomio.
La politica oggi funziona un po’ così, non importa che ci siano dati e fatti, di base non importa nessuno, importa la verità che riesci a imporre. E la imponi perché un sacco di gente vuole che sia vera o preferisce fare finta che lo sia. Che sia quella sul fatto che i soldi americani finanziavano i preservativi di Hamas o che gli immigrati ti rubano il lavoro.
L’importante è seguire una delle basei del litigare su internet: rilanciare sempre, scusarsi mai. Ammettere la sconfitta una volta vuol dire farlo per sempre. Il troll non chiede scusa e non dice che ha sbagliato, cambia argomento. Se gli chiedi conto dei suoi problemi con la legge ti dice che sei invidioso delle sue borse firmate.
L’importante è trollare
Ecco perché io credo che si sia arrivati a una fase successiva alla post-verità, quel momento in cui abbiamo capito che ognuno poteva costruire una realtà e spingere perché ci credessimo sfruttando le echo chamber e una buona strategia.
Ora siamo nella Troll Truth, la verità costruità dai troll, che ci ride in faccia, che sa di essere una panzana, non fa niente per nasconderlo. E che diventa comunque verità alla faccia nostra, perché il solo parlarne il solo ampliare la finestra di Overton (che ormai è diventata un’ampia veranda) è una vittoria.
E questo ci porta al video assurdo fatto con l’IA di Trump e Netanyahu che si prendono un cocktail a bordo piscina mentre scorrono immagini di una Gaza che pare Dubai con statue d’oro di Trump e ballerine del ventre con la barba.
Un video che ha stupito, scioccato, indignato, causato video di reazioni, scatenato analisi politiche. Tutte reazioni legittime perché un tale livello di assurdità di mancanza di tatto, di feroce e cristallina ignoranza non si era mai vista.
O meglio, non si era mai vista fuori dai forum dei primi anni 2000.
Quella roba là non è una dichiarazione d’intenti, non è un gesto politico, è provocazione, è trollaggio, è come quello che ti risponde coi meme o con le gif animate solo per farti saltare i nervi. Cosa che facciamo mentre lui si gode le incazzature e le reazioni. Inonda il campo di merda per farci ballare alla musica che vuole lui continuando a battere sul tasto che gli serve, prendendoci per sfiancamento, con la consapevolezza che non ci sono admin a bannarlo.
Quella roba è la Troll Truth, è il mondo costruito su immagine di un palazzinaro che vive solo di rilanci.
Avremmo dovuto ignorare, riderne, fare finta di nulla ma Trump sa che non possiamo farlo, perché tutto ciò che fa è notizia, è click, è views, è la moneta di scambio di internet: la reazione. Lui agisce e noi reagiamo, e finché lui agisce noi possiamo solo reagire.
E sa anche che tanta gente sui forum anni fa mica ci stava. Sono loro il suo pubblico preferito.
Link?
Ma lo sapete cosa sono i musou? Beh c’è un articolo scritto a quattro mani che vi racconta un po’ di cose.
Dall’archivio di N3rdcore: un fumetto fondamentale per capire la cultura contemporanea: Effetto He-Man.
Se non seguite Cap & Tanz siete persone un po’ meno felici di quanto potreste.
E infine ecco i bros di Substack
E infine
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Ottima e condivisibilissima analisi. E la cosa peggiore è che la troll-truth, mi fa più paura ancora della post-truth perché se nella prima, il più delle volte, giocavi a scacchi con un piccione, adesso giochi a scacchi con un T-Rex
Verissima quella cosa di Morisi. Lui, con Salvini ministro dell'interno e anche prima, ai tempi della Bestia, ha fatto in anticipo un po' di cose che stiamo vedendo fare a Trump-Musk (ovviamente questi ultimi stanno andando su ben altri livelli e ben altre scale).