Heavy Money
Le sfide e i dubbi quando arriva il momento di darsi un valore. Ma vale la pena provarci. Ovvero l'abbonamento di Heavy Meta.
Occhio che più meta di oggi credo sarà difficile fare in futuro.
È passato un anno circa da quando ho aperto Heavy Meta, diciamo che questa mail si colloca più o meno tra l’apertura ufficiale e la prima mail vera e propria.
Ho aperto Heavy Meta perché, come spesso mi capita, quando sento l’ansia montare devo creare un progetto. Voleva essere anche un modo per ripartire con la scrittura dopo un periodo che mi aveva totalmente svuotato. A volte questi progetti vanno male perché non ho subito un risultato immediato tangibile e mi scoraggio, altre volte vanno avanti, come in questo caso.
Perché Heavy Meta è andata avanti e altre cose no? Forse perché l’argomento mi appassiona e mi interessa sul serio, forse perché la dimensione della newsletter era ciò di cui avevo bisogno: forse perché da subito c’è stato un supporto e una risposta che non mi aspettavo.
Veramente, a volte chi legge non si rende conto dell’enorme potere che stringe nelle sue mani quando decide di dire pubblicamente che gli piace qualcosa.
Con la crescita di Heavy Meta mi sono chiesto se potesse avere senso sfruttare le possibilità offerte da Substack per gli abbonamenti e le monetizzazioni, un territorio sul quale mi sono sempre sentito molto restio a camminare.
Darti un valore
Per chi crea contenuti è ormai normale trovare forme di supporto alternative alla sponsorizzazione di aziende o a situazioni tradizionali come essere pagato da una redazione. C’è chi ci ha fatto dei bei soldi dopo aver raggiunto una massa critica di persone e chi campa con un piccolo gruppo di persone fidate ed estremamente verticali.
Per come la vedo io, abbonamenti, subscription, Patreon eccetera sono sempre state bestie molto pericolose da avvicinare.
- Creare un abbonamento vuol dire esporsi, diventare vulnerabili all’idea che nessuno potrebbe essere interessato a ciò che offri. È un reality check niente male e difficile da ignorare.
- Siamo portati a pensare che la roba su internet sia gratis, anche roba di altissimo valore, di conseguenza perché qualcuno dovrebbe pagare proprio me?
- Questo genere di cose di solito funzionano quando hai moltissime persone e una piccola frazione paga. Ormai mi sono messo l’animo in pace sull’idea di sviluppare un pubblico ampio.
- Ho sempre pensato di avere poco da offrire oltre alla mia scrittura e quindi di avere poche possibilità di fare “upsell” per offrire servizi ulteriori. Sono ciò che scrivo e torniamo al punto sopra: chi pagherebbe?
C’è chi tutti questi problemi non se li fa e non se li è mai fatti. Si son buttati e alcune volte è andata bene e altre male, ma io ho sempre avuto paura.
Non tanto della paura di finire essere “schiavo del pubblico”, sono un giornalista, ci sarà sempre una committenza, ma un misto di “non offro abbastanza/non sono abbastanza”. Per quanto l’idea che qualcuno ti dia dei soldi perché vuole leggere ciò che scrivi o supportarti per continuare a farlo ti investe di una responsabilità non da poco.
Però basta, ho deciso che è il momento di provarci, accettando ciò che verrà, che sia l’eventualità che questo spazio diventi un lavoro o che mi trovi a dover tornare sui miei passi.
Mi rendo conto che qualcuno potrebbe storcere la bocca, darmi del venduto, togliere la sub. Lo capisco, fa parte del gioco, ma vi chiedo di ascoltarmi, prima.
Come funzionerà l’abbonamento?
L’appuntamento del sabato rimarrà invariato, potrai sempre leggerlo senza problemi. È la pietra angolare di questo spazio e non intendo nascondermi dietro un paywall, non credo che avrebbe senso.
Gli appunti per un corso di scrittura diventeranno parte dell’abbonamento, ma nel tempo quello spazio si arricchirà di dispense e altro materiale che può essere utile a chi vuole fare questo lavoro per rendere ancora più interessante l’offerta. Un introito mi permetterà di rendere il tutto ancora più corposo ed eventualmente trasformarlo in un vero corso online per chi si abbona. Se non ti abboni però potrai comunque leggere parte della mail.
Tutti i futuri progetti legati a Heavy Meta saranno inclusi all’interno dell’abbonamento. Una seconda newsletter, un ebook, podcast e così via. Tutto. Ad esempio: potrei fare un sondaggio tra gli abbonati per fare video o puntate di approfondimento su temi per loro interessanti.
Ho pensato che però non era abbastanza e che alla fine la forza di questi spazi è lo scambio di sapere e il confronto. Ecco perché per chi si abbona ci sono anche 15 minuti di consulenza online al mese per parlare dei vostri progetti, di come presentarsi per un colloquio, di quel pezzo che non funziona, qualsiasi cosa in cui possa essere utile il mio tempo a vostra disposizione.
Non voglio mettere limiti troppo stringenti ma diciamo che no, non leggerò le vostre 200 pagine di tesi per capire sé filano, né scriverò un pezzo per voi. Per adesso voglio stare largo e pensare a tutto ciò che è possibile discutere nell’arco dei 15 minuti.
E visto che Substack permette anche di creare lo status di “founding member”, ovvero persone che vogliono addirittura spendere di più per dare maggior supporto, in quel caso i minuti di consulenza sono 30 al mese.
Il tutto a 5 euro al mese, oppure 50 l’anno.
Purtroppo Substack non permette un taglio di prezzo inferiore. Mi rendo conto che, nell’era degli abbonamenti per qualsiasi cosa non sia una cifra da poco. Per questo ogni abbonamento avrà, per me, un valore enorme.
Per chi mi ha sostenuto fino a ora attiverò degli abbonamenti di prova per un po’ di tempo, mi pare una piccola cosa per ringraziare chi lo ha fatto. Inoltre, è possibile usufrire di un periodo di prova.
Come verranno usati questi soldi? Banalmente, mi sentirò meno matto a dedicare un bel po’ di ore del mio tempo a una newsletter, anzi, ci potrò lavorare di più e ancora meglio. Dandomi nel frattempo la sicurezza di farlo con maggiore tranquillità e quindi la possibilità di creare ancora più contenuti, interviste e progetti collaterali.
Sempre, ovviamente, che la cosa funzioni.
Ci ho pensato tanto, vedendo anche le esperienze di altre newsletter e penso che questo sia il modo più sensato, a oggi, per rendere questa cosa realtà. Il giusto punto di incontro tra la mia sindrome dell’impostore e l’offrire un servizio che abbia senso. Ma ovviamente sono aperto ai vostri feedback.
Che ne pensate?
Comunque, linkini time!
L’E3 è morto e ne ho scritto, impossibile non farlo.
Il gioco da tavolo di The Binding of Isaac com’è?
ha scritto un bel trattato sugli Sludge Content. parla di videogiochi e arabia saudita.
Stessi tuoi pensieri e ho pensato che sarebbe bella la ridistribuzione degli abbonamenti, nel senso che se uno si abbona a me, io mi abbono a te. Un impegno a sostenersi fra autori. Boh, buttata lì. Io pensavo comunque di mantenerla sempre libera ma di aggiungere - come ho visto fare da alcuni - la parte audio a pagamento, anche perché leggere la nl è un servizio utile ma richiede tempo di produzione ulteriore.
Hai fatto la scelta giusta, per quel che penso io.