Insalata mista di inzio estate
La trappola delle fonti attendibili, l'ennesimo inciampo degli "esperti", la stagione degli annunci videoludici e ancora la questione del farsi pagare per le proprie competenze.
Questa puntata era partita con una idea in testa che poi sono diventati molti spunti interessanti. Niente male considerando che ero partito con “oddio, non c’è niente da scrivere questa settimana”. E quindi vi beccate una bella insalata di contenuti, freschi freschi per i primi caldi.
Nelle prossime puntate mi piacerebbe anche interagire più con chi legge, se avete domande, richieste eccetera è il momento giusto.
Ah festeggiamo il primo mese di “Altri Mondi” la trasmissione Rai News di Dario Marchetti in cui ogni settimana vi racconto qualcosa che mi ha particolarmente interessato o ho provato.
Chi controlla le fonti affidabili?
In questi giorni probabilmente vi sarà capitato di vedere l’orribile aggressione di tre poliziotti ai danni di una persona trans con botte, manganellate e spray al peperoncino.
Vi sarà anche capitato di assistere alla puntuale rincorsa di una giustificazione che arrivata dopo pochissimo tempo, con presunti atti osceni, danneggiamenti e tentativi di “infettare col sangue” che in qualche modo avrebbero dovuto giustificare il comportamento dei tre individui.
Al di là del fatto che accettare in modo acritico la nota di un organo di polizia, la solita retorica delle mele marce e anche solo pensare di giustificare una cosa del genere, dopo aver assistito al caso Cucchi e ai molti altri casi in cui sono successe cose simili, mi fa orrore, in questa situazione è emerso anche, credo, il primo caso in cui uno strumento pensato per combattere le fake news finisce per diffonderle.
Su Twitter, uno dei primi social ad aver adottato un sistema di contrasto alla fake news che riportasse eventuali fonti affidabili sotto probabili fake news, sotto la notizia sono apparse come fonti affidabili quei giornali che si sono subito allineati con la prima versione, che poi persino la procura ha smentito, ma che non sono state successivamente corrette.
Uno dei siti “affidabili”, quello in inglese, inoltre pare decisamente allineato col femminismo trans escludente e riporta in prima pagina solo notizie di persone transessuali che si macchiano di ogni nefandezza.
Andando poi sotto il post di Rula Jabreal che denuncia il pestaggio è palese il coordinamento massiccio di molti account inglesi, rigorosamente dotati di spunta blu, palesemente schierati con la destra più omofoba, transfobica e chi più ne ha più ne metta che commentano utilizzando proprio la nota sui siti affidabili per attaccare chi cerca di correggere la notizia, contribuendo al caos e alla disinformazione. Non importa quante volte viene fatto notare che è stata la Procura stessa a smentire la prima versione.
Fa strano che così tanti account inglesi siano interessati a una storia italiana no? E che siano così solerti a ringraziare le “Community Notes” e addirittura Musk stesso.
Insomma, casomai vi foste venuto il dubbio, c’è da stare attenti anche con le figure che fanno debunking, perché chi lo fa non è detto che lo faccia per il bene della verità. E Twitter, che secondo Musk doveva diventare il luogo delle grandi libertà, è sempre più una latrina.
Mi rendo conto che di solito qua ci si trova spesso a chiacchierare di cose futili, ma certi meccanismi, certi schemi, non sono poi così lontani che si parli di diritti umani, violenza, serie tv o videogiochi, è diverso solo l’impatto che hanno sugli altri.
L’autorevoezza è spesso semplicemente l’ennesimo meccanismo che cementifica il potere.
E questo, questo è lo scenario in cui costantemente ci si trova a operare quando si ha a che fare con le notizie.
Nvidia, questa sconosciuta
A volte lo scenario è anche quello in cui tu ti occupi da anni di tecnologia e sai chi è Nvidia, che sta andando fortissimo in borsa grazie al suo coinvolgimento nell’hardware necessario per le IA, ma poi c’è qualcuno dagli Esteri che deve dire la sua, non fa manco una ricerca ed eccoci qua.
La cosa assurda è che è capitato a un saggista “esperto”, che magari non conosce il tema ma sa come informarsi, quindi boh, non so proprio come spiegarmelo.
Vi giuro, non lo capisco, ma non capisco neppure tutto l’articolo, in cui c’è un arzigogolato paragone tra la corsa alle IA e la corsa all’oro dove i chip Nvidia sono come i badili venduti per scavare.
Anche dando per buona l’idea che voglia parlare al pubblico del bar che Nvidia non sa manco che cavolo sia, è un taglio al limite del libro illustrato per bambini, mai coi toni da cinegiornale.
Non è un articolo che cerca di spiegare in modo semplice argomenti complessi, è proprio sbagliato nell’impostazione. Le pepite sono scoperte per caso, le GPU per le IA sono progettate per quello. Non parliamo di tizi che corrono verso il Colorado col setaccio in mano ma di aziende che fanno strategie, bilanci e proiezioni. E mi personalmente mi dà anche fastidio che qualcosa diventi notiziabile e degno di attenzione solo improvvisamente fa tanti soldi (e purtroppo la chiave economica è un classico quando si parla di nicchie).
Non è divulgare, non è lo “spiegato bene” è proprio trattare la gente da coglioni.
Almeno dopo il titolo lo hanno corretto. Ma da quel che ho letto in giro Rampini resta uno dei tanti che è diventato autorevole (e torniamo al discorso di sopra) perchè sì, forse poteva fermarsi un po’ prima, prima anche di fare copiaincolla del lavoro di altri.
Invece è diventato l’ennesimo “vate del contemporaneo”, uno di quelli che viene chiamato ovunque per spiegare un po’ tutto, perché qualcuno gli ha dato spazio senza che ci fosse poi un controllo sui contenuti. Forse perché chi avrebbe dovuto controllare ne sa ancora meno.
E per quanto qualcuno conosca bene i livello dei contenuti resta una frazione rispetto a chi legge, pensa che sia una roba sensata, e va avanti. E non è manco colpa sua.
E non è manco colpa di Rampini, ma, esattamente come accade per le squadre sportive di chi lo mette in campo.
Nel frattempo, posso solo immaginare i facepalm della redazione tech di Corriere, piena di gente competente, e lo stupore di quelli che poi si chiedono come mai i giornali sono in crisi e i giovani li considerano poco.
Mi ripeto “E questo, questo è lo scenario in cui costantemente ci si trova a operare quando si ha a che fare con le notizie”.
Quello in cui ti dicono che i giornalisti sono gentaglia e ti tocca pure stare zitto.
La grande estate dei dibattiti videoludici
Magari se non seguite i videogiochi non ci avete mai fatto caso ma storicamente l’estate è un momento elettrico per il settore videoludico perché è il momento in cui si concentrano tutti gli annunci più o meno distanti di quello che arriverà nei mesi e negli anni a venire.
Non è più come un tempo, oggi possono capitare annunci, trailer e teaser anche nel resto dell’anno, ma in generale dalla fine di maggio/inizi di giugno la maggior parte delle aziende concentrano una serie di annunci, trailer, presentazioni. Mi pare che sia un fenomeno esclusivo del settore, non ricordo qualcosa di simile nel campo di cinema e serie tv, se non magari i trailer del SuperBowl o i momenti in cui vengono cassate o rinnovate le serie.
Credo che tutto sia iniziato dai tempi dell’E3, che si svolgeva a metà giugno e dava ufficialmente il via alla carrozzone.
Della fine dell’E3 e di quanto fosse assurdo, visto oggi, con maggiore calma, tutto il discorso sul chi ha “vinto” o “perso” l’evento ne ho già scritto, anche perché morto un Papa se ne fa un altro e quest’anno.
Pare che il semaforo verde l’abbia dato Sony con la sua conferenza del 24 maggio in cui ha mostrato un po’ di cose. Neanche finita la conferenza è sono partiti i dibattiti sul fatto che fosse stata una conferenza deludente, che Sony sarebbe in crisi, che la situazione è triste per tutto il settore e così via.
Ora, senza dubbio le analisi sullo stato di salute artistico ed economico del settore sono importanti e si basano anche su capire le strategie delle aziende dal punto di vista comunicativo e capire su cosa punta in base a come lo comunica.
Però non posso fare a meno di pensare che in fondo sia l’ennesimo frullatore di pareri di gente che interpreta un po’ il volo degli uccelli e che domani possono essere clamorosamente smentiti.
Parole e parole dette o scritte per spiegare, dibattere, difendere e attaccare che fra poco non varranno assolutamente niente. Perché potrebbe cambiare tutto nel giro di un paio di annunci, perché un videogioco annunciato che magari ha spinto Sony in borsa domani viene chiuso perché dopo anni non era più all’altezza delle aspettative e così via.
Non discuto che per stampa e content creator questa roba sia una manna, perché catalizza l’attenzione, rinverdisce il dibattito e porta click, views e una presunta autorevolezza, ma finisce per essere l’ennesimo esempio di attenzione monetizzata in cui è importante trovare sempre un capro espiatorio, parlare di vincenti e sconfitti e fare i giudici dall’alto di… niente, perché nessuno di noi è dentro queste aziende, ne maneggia i bilanci e le strategie.
Penso che sia un problema solo mio, o comunque di pochi. Forse sono un po’ stanco di un teatrino in cui ormai vedo solo i fili.
A volte ci azzecchiamo, a volte no, dopo aver aperto le budella di una presentazione, cercando di leggerne il fegato.
Vabbè, almeno non diciamo che Nvidia è semisconosciuta e parliamo di processori come se fossero badili.
Parla di me (gratis però eh?)
Chiudo questa insalata mista di contenuti con un pezzo su Domani di Tiziano Scarpa, disponibile dietro paywall, che un po’ si ricollega a quello che dico sempre sul lavorare gratis, in particolare per TEDx, presentazioni, moderazioni e così via.
Scarpa parla del Salone del Libro e delle tantissime presentazioni e conferenze che vengono fatte senza che nessuno riceva una lira e che vanno bene giusto per le nostre storie Instagram dove finalmente possiamo mostrare il nostro impegno e la nostra autorevolezza.
E forse anche perché ci vergogniamo a fare una cosa così volgare come chiedere dei soldi, magari neanche pensiamo di meritarli.
“Il fatto è che siamo i primi a non avere autostima e consapevolezza civile del nostro ruolo; a furia di vedere tacciato di narcisismo, vanagloria e convenienza personale qualsiasi contributo individuale fatto in pubblico, quest’epoca ci fa sentire decorativi, siamo onorati che qualcuno ci convochi per ascoltare qualche parola saggia o brillante, e tanto ci basta”.
Ci sono mille casi differenti, lo sapete e lo so io, ma spesso sì, tanto ci basta. O si spera che a pagarci siano quelli che vedono le nostre foto sul palco con un microfono in mano.
Purtroppo, ci sarà sempre chi azzopperà tutta la categoria accettando di lavorare gratis, lo sappiamo. Ma almeno proviamoci, chiediamo.
Non diamoci per scontati e scontate.
Linkini!
Ho scritto di quando su Apple uscì una roba più avanti di Doom, ma pochi se la ricordano: Marathon.
Sempre quanto riguarda i videogiochi, abbiamo parlato di Zombie e strategici bellici.
La storia della maglietta di Stephen King “Che cazzo stiamo facendo?” la sapevo, ma
la rende più interessante scavando un po’.Come è allenare il League of Legends da
Il problema del sistema “gacha” applicato ai manga in
Rampini e come certi argomenti trattati dalla stampa generalista - quando li conosci - diventano dei giganteschi WTF: di lui, che anche io avevo conosciuto come “L’oracolo”, lessi un articolo in cui sosteneva che la seta come la fanno a Como non la si può fare in nessun luogo del mondo. A parte l’affermazione un po’ spericolata, il peggio era che serviva a sostenere che questa (presa a mo’ di esempio, ma neanche tanto, parlava di realtà industriali del genere) fosse la nostra arma contro la Cina. Che è come dire che i sassi della lettiera del nostro gatto come ce li abbiamo noi non li ha nessuno e che in caso di guerra termonucleare con quelli ci difenderemo. E vinceremo perché gli altri non hanno sassi per la lettiera così belli. Non so, lo leggevi e pensavi Ma Rampì, mi stai paragonando una realtà economica di eccellenza ma marginale con una cosa gigantesca, cosa c’entra? Eh ma il discorso filava così bene. Contento lui.
E poi sì: farsi pagare. Paghi l’autorevolezza e il mazzo che ti sei fatto, esattamente come paghi l’avvocato o il medico.
Molto bella questa insalata mista! 😉 bel formato