Ma non sarebbe meglio smettere di schiacciare gli orfani?
Oggi parliamo di quelle notizie che ci scaldano il cuore, così non pensiamo al problema di fondo.
Poche cose nel giornalismo odierno, anche e soprattutto quello pop e leggero (che per me è sempre l’anticamera di quello che troverai nel giornalismo “serio”) funzionano bene come puntare al sentimento facile. Forse ha sempre funzionato così e oggi lo vediao semplicemente meglio.
Su questo fronte poche cose possono rivaleggiare con la rabbia, e quella cosa è la pietà, la narrazione dolorosa, l’epoca che si chiude con tristezza. Come noi nessuno mai.
Ci pensavo ieri leggendo la notizia che a Firenze chiuderà uno storico negozio di giocattoli che si trova in pieno centro, si chiama Dreoni, aveva festeggiato da poco i cento anni di attività ed è stato il luogo in cui molti bambini fiorentini hanno comprato Masters, Barbie, orsacchiotti, zaini, ma anche trenini, giochi da tavolo. Io stesso ricordo benissimo dove trovavo i colori per le miniature e le statuine di Dragon Ball da colorare (ci presi un Gohan che fu la causa di un incidente col trincetto di cui ho ancora una lunga cicatrice sul pollice).
Insomma, è il classico posto che per tantissima gente si lega a ricordi d’infanzia, quindi vincenti su qualsiasi discorso che riguardi il reale.
La notizia infatti è stata accolta con migliaia di commenti tristi e arrabbiati che si scagliavano contro Amazon, contro i genitori che oggi danno il telefono ai bambini e gli impediscono di sognare, contro la modernità, contro il centro di Firenze che ci metterà di sicuro un altro bel ristorante e così via.
Tutti discorsi anche condivisibili eh, però nessuno degli articoli e pochissimi dei commentatori ricordano una cosa: che Dreoni era caro, carissimo, lo è sempre stato, era una boutique. E questa cosa poteva funzionare quando i negozi di giocattoli erano pochi, tendenzialmente piccoli, riforniti più o meno quando capitava e magari te eri un posto grande con molta scelta.
Ma oggi non solo Amazon è meno caro, ma qualsiasi negozio di Firenze o d’Italia che sappia usare un corriere ti batte e i genitori, nel frattempo, non sono diventati più ricchi, ma sanno come si cerca un prezzo sul telefono.
“Vengono da noi a vedere poi cercano su Amazon”, si lamentano i gestori.
Quando ho saputo della chiusura ci sono stato, un po’ per salutare, un po’ per vedere se trovavo dei Gunpla scontati. C’era un modello del Mazinkaiser che con il mirabolante sconto svendita del 10% veniva 100 euro. A comprarlo in un altro negozio di Firenze, quindi senza riempire le avide tasche di Bezos, ne spendevo 60.
I ricordi son belli ma mica voglio ricordarmi di quanto m’hanno fregato.
Solo che fare un articolo su quanto uno storico negozio sia stato incapace di reinventarsi mica funziona allo stesso modo. Quindi sì, Firenze sta diventado un parco giochi per turisti con prezzi folli per il centro e sicuramente ci metteranno qualcosa che mi farà incazzare. Ma a volte dietro la narrazione pietosa si nasconde un tema completamente diverso che preferiamo ignorare.
Si nasconde la Orphan Crushing Machine.
Una storia strappa storie
No, non sono impazzito e non vi siete persi l’ennesima notizia folle di un periodo così folle che persino gli ultimi cinque anni ci sembrano tutto sommato equilibrati e non è una nuova startup pensata da un milionario privo di empatia.
Questo bellissimo termine si riferisce a un tipo di notizia ben preciso che troviamo soprattutto nell’ambito della disabilità, degli animali delle persone più deboli o di tutte quelle situazioni che si risolvono con la benevolenza di qualuno, ma che in teoria evidenziano una stortura gigantesca.
Avete presente la classica storia “signore anziano con la pensione troppo bassa riceve la spesa dai Carabinieri e si mette a piangere” o “bambino senza carrozzina ne ottiene una perché i compagni di classe si tolgono la paghetta” o “famoso artista caduto in rovina riesce ad arrivare a fine mese grazie alle donazioni dei suoi fan”?
Quelle notizie che ci riempiono il cuore di fiducia nel prossimo, nella bontà degli esseri umani, perché in fondo quando c’è bisogno eccoci qua, pronti a dare una mano.
E che tra le righe nascondono il fatto che questi gesti di carità sopperiscono a delle gravissime mancanze del sistema. Perché mancano le pensioni, perché gli artisti sono fottuti da leggi del copyright che aiutano le aziende e perché i fondi per i più deboli sono una voce di bilancio che dà meno voti dell’ostacolarli, i più deboli.
Sono un genere di notizia che spunta fuori anche da noi ma che è incredibilmente presente negli USA, dove il welfare è messo ancora peggio che da noi e c’è grande enfasi sull’intervento salvifico del privato o dell’azienda che aiuti il poveretto.
Ecco, quelle notizie si chiamano Orphan Crushing Machine perché il 24 settembre del 2020 qualcuno ha scritto su Twitter (X lo chiamate voi) questa cosa:
Sono notizie che ci portano a concentrarci solo sul fatto che il problema è stato risolto con un gesto caritatevole e che non prende assolutamente di mira il problema. Come se dovessi pagare dei soldi per evitare che gli orfani vengano uccisi da una macchina creata appositamente per questo e nessuno si chiedesse “scusate ma perché c’è una macchina per uccidere gli orfani?”.
Da noi di solito queste notizie vengono virate in maniera differente, cercando di trasformare la soluzione a un problema che lo Stato dovrebbe risolvere in qualcosa di cool. Non so se vi ricordate gli articoli sul “co-living”, che ovviamente debuttava a Milano, in cui si esaltava il fatto di stare in 27 nella stessa casa con Netflix, palestra e… due bidet.
Ma la cosa più bella è che in quell’ultima luce dell’internet che fu che va sotto il nome di Reddit esiste un’intera sezione dedicata a questo genere di notizie (che poi è dove ho preso le foto di questa puntata).
Questo genere di notizie mostrano perfettamente la funzione di un certo tipo di “prodotto notizia” (perché sì, le notizie, per quanto spesso di scarso valore, sono prodotti) pensato per puntare tutto sull’emozione del momento, rimuovendo ogni causa e ogni ragionamento critico.
Sono gli antenati di quei contenuti social patetici col tizio ricco che da i soldi al senzatetto per farci un reel, i parenti di quegli show dove la famiglia povera riceve una casa nuova o le cure di cui aveva bisogno grazie ai soldi della produzione o, allargando il campo, i parenti prossimi di Mr Beast e della sua promessa di renderti ricco o comunque non indigente se ti umili a uno dei suoi giochi che poi diventano video su YouTube con cui diventa ancora più ricco.
Ma tanto non bastano tutti i soldi del mondo per togliergli quella faccia da cazzo e quel sorriso da automa killer.
Che poi per carità, che bello che ancora qualcuno provi a fare del bene, ma mi pare evidente che qua non solo non vogliamo fermare la Orphan Crushing Machine, ma abbiamo aperto qualche nuovo stabilimento.
Link?
Altri Mondi, la trasmissione Rai News di videogiochi a cui collaboro, è sbarcata su YouTube.
La Mappa del Tesoro, il podcast che cerca di darvi una mano a orientarvi nella cultura pop condotto da me e Roberto Recchioni, è arrivato alla sua seconda puntata, quella sui videogiochi.
Su N3rdcore si è parlato di Split Fiction, che è ottimo se avete qualcuno in casa con cui giocarci.
E delle metafore capitaliste di Mickey 17.
Su Italian Tech ho parlato delle prospettive per videogiochi e fumetti negli USA dei dazi.
E infine i friends di Substack!
peccato che il feed di altri mondi sia quello di rainews, non perchè sia un problema ma ecco se fosse un feed separato si potrebbero attivare le notifiche. ma vabbè ci sta.
Che poi è anche la base di tutti quei programmi dove ad una famiglia in difficoltà che vive in quella che noi definiremmo una baracca (ma non chiediamoci perché famiglie numerose e spesso con problemi alimentari vivono in container senza finestre) viene regalata una ristrutturazione che la trasforma in una villa fantasmagorica che poi la famiglia non sarà in grado di mantenere e dovrà vendere.