Notizie che non lo sono, ma che lo diventano: il caso del "Parlar Corsivo"
Quando una subcultura dai confini abbastanza vaghi viene assurta a fenomeno nazionale perchè improvvisamente una ragazza fa notizia su Tik Tok.
Scusate il ritardo di oggi: avevo preparato tutto, tranne i link, e poi delle cose da fare mi hanno incasinato la vita. Ma per fortuna l’ordalia della ristrutturazione casalinga sta per finire.
Cari Ami e care Ame oggi voglio parlarvi di come si costruisce una notizia trasformando una curiosità presente a macchia di leopardo e con rilevanza statistica esigua nella parodia di un fenomeno nazionale globale.
Ebbene sì, sto parlando del famigerato “corsivo” o “corsivoeee”, un fenomeno recentemente salito alla ribalta grazie a una TikToker, Elisa Esposito, che è stata più volte ripresa da altri creator e in men che non si dica ecco il classico articolo “spiegato bene”, sul Il Post e Gramellini che finalmente può dire la sua.
Attenzione però, non sono qua a raccontarvi la genesi di questa stramba parlata per giovani, a quella ci pensa Il Post, stesso, qua siamo su Heavy Meta e ci interessa, appunto, la notizia sulla notizia, la discussione sulla discussione, il meccanismo che ha fatto montare il fenomeno come panna montata e che si ripete periodicamente, che sia la Blue Whale perché il caso del corsivo segue perfettamente la genesi di un tipo di notizia “pop” o, per usare una definizione vecchia “di costume”.
Stai sul vago
A oggi di certo non sappiamo quanto il fenomeno sia effettivamente diffuso, chi ti dice “oddio in classe da me lo parlano tutti” chi finché non l’ha visto sul Post non sapeva manco cosa fosse pur avendo vent’anni. Ma questo genere di notizie che traggono forza da una subcultura più o meno grande hanno sempre dei confini molto labili. Se fossero netti tutto si ridurrebbe a una dimensione locale, e chi se ne frega se a Milano la gente prende in giro una certa cadenza di certi ambienti, che senso raccontarti del pericoloso gioco del suicidio che in effetti non ha causato nessuna vittima accertata, perché dovrei essere interessato a una rissa tra ragazzi se non la trasformi in una sfida social? L’obiettivo dell’articolo è quello di parlarti di un fenomeno che vale almeno per i confini italiani, devi avere la sensazione che di uscire e trovarti sotto casa ragazzini che fanno vocalizzi, devi pensare che siano in ogni scuola. E se già ne conosci devi avere l’impressione che quei ragazzi che un po’ ti stanno sul cazzo perché parlano strano siano parte di un generale decadimento morale che stuzzichi il tuo senso di boomer, poco importa se molti ragazzi e ragazze siano infastiditi da questa moda più di te.
E questo ci porta al secondo punto.
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O tempora o mores
L’obiettivo di ogni notizia che ha come oggetto i giovani è quella di far arrabbiare i più grandi. Possiamo far finta che non sia veramente così e magari non è solo così, ma la speranza segreta di ogni caporedattore. L’abbiamo già detto più volte d’altronde: le emozioni forti, in particolare rabbia e indignazione, sono il vero motore di propagazione di una notizia, perché siamo più interessata ad affermarci distanziandoci da qualcosa che condividendo qualcosa che ci piace. Da questo punto di vista la notizia sul corsivo è perfetta.
È un linguaggio giovanile buffo e strano, vagamente ridicolo che suscita subito un senso di “ma che cazzo dici?” adatto a parodie e reaction di gente più giovane . "Ma ogni generazione ha i suoi linguaggi scemi e li ha sempre avuti” sì, ma ricordatevi che da grandi tendiamo a dimenticarci di quando eravamo coglioni da giovani e la maggior parte dei lettori rientrano ancora in quella fascia di persone su cui ci sono ancora poche prove online di questa coglionaggine.
Anche se la notizia gira già da qualche mese ed era passata pure su “Muschio Selvaggio” un popolare podcast condotto, tra gli altri da Fedez, ci voleva l’elemento giusto per portarla alla ribalta nazionale. Perché tendenzialmente chi vive nelle redazioni Fedez lo segue di striscio. L’elemento giusto è una TikToker caruccia, magari con OnlyFans, che rappresenta il bersaglio perfetto per la rabbia del tuo pubblico. Parliamo di una ragazza giovane, che parla strano, che fa i soldi col proprio corpo, che ha pubblicato sull’odiatissimo social network per giovani che fanno balletti (non è più così, ma questo molti non lo sanno e vivono di pregiudizi) e che si dà persino un tono da professoressa! È perfetta, per scatenare un po’ di sana rabbia dal sapore misogino! Nessuno vedrà la parodia, nessuno vedrà l’ironia o il gusto di fare semplicemente un video scemo, come nessuno all’inizio vedeva la parodia in Martina Dall’Ombra e tutti la prendevano tremendamente sul serio.
Riportando questa notizia i siti non sono fanno click facili sull’indignazione e sulla curiosità, ma si posizionano anche come quelli che sanno stare sul pezzo, che sanno leggere le mode della rete. Poco importa se quelle mode sono robe che magari domattina ci siamo scordati, l’importante è intercettare tutto col giusto tempismo, altrimenti si vede che stai solo cavalcando Google Trends (di cui abbiamo parlato qualche settimana fa). Poi ovviamente ci sono casi in cui chi scrive è seriamente interessato alle dinamiche della rete o alla nascita di alcuni fenomeni, ma quando arrivi a Gramellini o al TG è molto probabile che quella cosa di tendenza dei giovani sia già stata abbandonata. Oppure potrebbe servire a creare un paradosso: alcuni ragazzi potrebbero iniziare a parlare corsivo perché lo sentono in televisione, perché ne parlano i genitori o lo leggono su internet, alimentando effettivamente il fenomeno che in teoria doveva già essere globale.
Il risultato finale è un classico esempio di “notizie che non lo erano, ma che lo sono diventate”. Ovvero un fenomeno che poteva serenamente restare là dov’era, ma che buca la bolla giovanile perché un singolo evento (il video su Tik Tok) dopo una serie di erosioni carsiche sotto la superficie di ciò che si deve parlare per una pubblicazione importante o in TV affiora in superficie e ottiene dei numeri tali per cui qualcuno subodora dei click facili, senza che però vi sia un effettivo riscontro sulla sua “notiziabilità”.
Anche perché la risposta a “è effettivamente una notizia il fatto che un numero più o meno grande di ragazzi e ragazze si sia inventata una cadenza strana che potrebbe nascere da alcuni brani musicali o dal parodiare un modo di parlare di alcuni ambiti?” è di solito “no”, a meno che non siate uno studioso di fenomeni e subculture giovanili.
tutto questo diventa notizia dopo, quando ormai ne parla la massa critica e ignorare il tutto sarebbe criminale e bisogna arraffare ciò che resta ancora da prendere in termini di attenzione, invitando il simbolo del fenomeno in tv e in ogni altro spazio possibile. Anche perché, come c’è scritto nel bigliettino all’inizio di questo articolo “la marea che sale alza tutte le barche”, meglio non oppossi. Questo si rivela molto utile anche perché devi fornire al pubblico qualcosa a cui reagire. Nel grande carrozzone di internet se un albero cade nella foresta senza che qualcuno faccia reaction quell’albero non esiste. Quel video ha avuto successo sopratutto perché in tanti hanno commentato o facendo duetti dove lo prendevano in giro, di fatto consacrandolo a fenomeno. Un po’ come succedeva con Salvini.
A ben guardare, la notizia non è “i giovani parlano così” ma “questa ragazzetta su Tik Tok che sei programmato per odiare ha avuto successo spiegando questo fenomeno, che probabilmente odierai a sua volta”. La vera notizia è lei, non il corsivo, che in giro da mesi, come dimostra questo video preso su Affari Italiani.
Ma le notizie sono così, alcune nascono tali, altre esplodono dopo mesi di cottura a fuoco lento, altre invece le devi costruire sperando che qualcuno si arrabbi abbastanza. Basta trovare un fenomeno locale o straniero ancora poco raccontato ma potenzialmente trigger, mettergli il naso rosso di un bel naso rosso che il circo ha sempre bisogno di nuovi clown, ma i più utili sono quelli seduti tra il pubblico.
Qualche link in chiusura
Il gioco da tavolo di Cyberpunk 2077 sembra bellissimo, e spero di provarlo presto.