Questo potrà sembrarvi un post furbetto e piacione tipo quando non avevo idee e vi ho raccontato di come si esce dal pantano di non avere idee. In effetti era partita così, ma poi alla seconda riga sta già diventando altro.
Di sicuro, per una volta, sarà una puntata breve, perché oggi voglio parlavi di quando proprio devi fermarti un attimo a prendere un respiro, anche quando non dovresti farlo.
Non che ve ne debba importare qualcosa e non è una giustificazione, ma è stata l’ennesima settimana pesante in cui mi ero fatto dei piani di lavoro e quei piani sono stati periodicamente devastati dai lavori in casa, imprevisti vari, stato mental variabile. Fare piani è importante, ma è importante ricordarsi che quei piani sono soltanto delle boe in un mare che potrebbe cambiare vento e correnti, quindi più che obiettivi sono punti verso cui andare. Una di queste boe ovviamente era preparate la puntata di oggi ma non ce l’ho fatta.
Quando me ne sono conto ieri sera mi è partito un attacco d’ansia bello forte perchè ci tengo a questo spazio e aggiornarlo ogni sabato, pur con un orario variabile, è una cosa a cui tengo. Sia per rispetto nei vostri confronti, sia perchè come tutti sono i piccoli impegni che porti a termine che ti fanno pensare di essere ancora una persona funzionante.
Però oggi non ce l’ho fatta, avrei voluto parlarvi di come si vivono i press tour, cosa sono e perché ha senso farli per la vostra carriera, ma non ho avuto tempo.
E quindi? E quindi niente, la lezione di oggi è che a volte non ce la fai. Ti organizzi, pianifichi, fai tutto bene ma poi non ce la fai e a questo punto hai di fronte a te due strade.
Ti colpevolizzi, ti flagelli, stringi il cilicio perché è solo colpa tua, pezzo di merda, che non sei riuscito a tenere in carreggiata neanche questa piccola cosa.
Accetti che una volta può succedere, che ovviamente questa cosa avrà delle conseguenze ma domattina il sole sorgerà e voi tutto sommato continuerete a leggere, anzi, forse non vi sareste neppure accorti se oggi saltavo la newsletter.
Entrambe le scelte hanno dei vantaggi, colpevolizzarsi è un bel modo per essere produttivi e non perdere il focus, accettare l’errore vi ricorderà che è la perfezione è una stronzata. Di contro la prima scelta nel lungo termine vi devasterà, la seconda è un po’ come non andare in palestra una volta, c’è il rischio che vi piaccia troppo e non ci andiate più.
Quindi che messaggio posso lasciarvi oggi: che ci vuole equilibrio, che sia la narrazione del grind continuo, dell’essere sempre al top sia quella in cui dovete accettare i vostri errori sono trappole, la vera essenza è galleggiare nel mezzo.
Per questo motivo oggi accetto di fare un po’ meno, usare questo fine settimana per ricaricarmi e così via. Ma per la prossima settimana il pezzo lo scrivo domattina, così non rischio più.
Equilibrio gente, e vogliatevi bene.