Una crisi c'è sempre ogni volta che qualcosa non va
Una puntata un po' personale per raccontarvi la reazione all'ennesimo scossone.
Bentornati a Heavy Meta, la newsletter che potete supportare su Ko-Fi dove cerco di raccontarvi ogni settimana lo strano mondo del giornalismo, pop e non, dall’interno.
E per strano intendo che in settimana è stato detto che la (senza dubbio contestabile) recensione incazzata nera di Wired (internazionale, non Italia) contro Hogwarts Legacy che ha dato 1/10 è stata accusata di essere, nell’ordine: una non recensione perché non parla degli aspetti tecnici del gioco, un pezzo scritto da una persona che odia la Rowling (l’autrice è una donna trans quindi pesantemente toccata dalle sua parole che specifica subito di essere comunque legata, in qualche modo, alla scrittrice), un pezzo scritto per ottenere visibilità (immaginate Wired che ha problemi di visibilità) e un pezzo che danneggia il giornalismo videoludico.
Una testata italiana si è spinta su Tik Tok a mettere un filtro da clown per parlare della notizia. Come se fosse un comportamento normale e professionale.
Quando inizia una crisi è un po' tutto concesso
Quasi come a Carnevale
La stessa settimana in cui la stessa persona di quella testata compare in una pubblicità Sony. La testata, insieme ad altre persone comparse in quella pubblicità, in queste ore vi parlerà di PSVR2, che è di Sony.
Sia chiaro che io non ho niente di personale con chi è stato coinvolto, in alcuni casi sono persone che non conosco, in altri casi ne stimo senza dubbio il percorso lavorativo.
Per fortuna, è un ottimo prodotto, come ho avuto modo di testare a Las Vegas. Quindi almeno non dovranno arrampicarsi sugli specchi.
È ironico il fatto che quell’articolo e in generale quelli scritti durante il Consumer Electronic Show potrebbero rimanere gli ultimi da un press tour e forse gli ultimi scritti su Italian Tech.
È ironico anche che, come vi avevo scritto, ero tornato a casa con un rinnovato senso di fiducia, di voglia di impegnarmi, di alzarmi un’altra volta.
Vi chiedo scusa se oggi la newsletter sarà un po’ più personale del solito, ma in fondo che racconto dall’interno sarebbe se non parlassi di me?
La tortura dei mille tagli
Dopo quegli articoli poi non ho scritto più niente per tutto il mese. E come me molti altri collaboratori. Non è successo a causa di una serie di proposte deboli (può capitare), non è successo perché ce l’avessero con me (anche questo può capitare). Banalmente c’è stato un repentino taglio di budget per i collaboratori esterni.
E no, la sezione non va male, anzi.
Quando arriva una crisi riaffiorano alcuni ricordi
Che credevo persi
È come un interruttore che si spegne all’improvviso, o, come preferisco vederla, quando sei un bracciante che aspetta l’arrivo del caporale col furgone che ti porta a lavoro e quel giorno non ti fa salire, non servi.
Però mi han detto che a febbraio la situazione poi è migliorata.
Sarà anche vero, però il gruppo GEDI, a cui fa capo lo spazio che scrivo, sembra un po’ frizzante in sto periodo. E queste cose uno come me le sa spesso prima dai giornali che dalle proprio strutture di coordinamento.
Sei letteralmente il soldato di ventura, una lancia libera, che magari oggi va in guerra ben armato e pagato perchè sì, domani sacrificato in prima linea perchè no.
Ed è successo all’improvviso, senza nessun tipo di avviso, però probabilmente entro il mese ci faranno sapere di più. Come era già successo in passato e come continuare a succedere.
Ci si abitua.
Non è neppure colpa di chi sta sopra di me, perché sono spesso situazioni in rapida evoluzione dove bisogna continuare a essere operativi navigando a vista.
Ve lo racconto proprio perché succede, succede di continuo. Dietro le narrazioni spettacolari ci sono queste cose qua e fidatevi se vi dico che la maggior parte delle persone che non le menzionano lo fanno soprattutto per coltivare queste narrazioni.
Una cosa però rispetto al passato è cambiata: il mio approccio alla notizia.
Not even mad
Intanto, per il fatto che ve ne stia scrivendo. Scrivere è per me un favoloso laboratorio con cui elaborare ciò che mi succede, soprattutto le cose spiacevoli.
In altre situazioni simili in passato sono finito sotto un treno, non facevo niente per giorni, non riuscivo a scrivere e neppure a funzionare. Mi sentivo inutile, una persona che aveva sbagliato tutte le scelte della sua vita. Uno che aveva scommesso sul vendere ghiaccio mentre attorno a lui spuntavano frigoriferi.
Ho il sospetto che non sia un buon esempio
Camminare a un metro e mezzo da terra
Oggi a volte mi sento ancora così, è un riflesso condizionato e sono perfettamente consapevole che il giornalismo, anzi, i giornali, siano scelte con bassissimo tasso di successo.
E nelle ore dopo aver realizzato cosa stava succedendo mi sono sentito intrappolato, isolato, incapace di poter contare su una rete di contatti e persone che mi potessero aiutare. Perchè siamo tutti in situazioni deragliate e non è così facile per uno con la mia esperienza trovare subito spazio.
Non sono né un ragazzino che si emoziona per due lire e un gadget né un venerabile che si porta dietro un camion di click.
Ho vissuto finora una sorta di relazione tossica con questo settore. Gli ho dato tutto me stesso e mi sono accontentato di qualche pranzo fuori che mascherava lo sfruttamento (consapevole, per carità).
Forse è il momento di chiudere questa relazione e provare qualcosa di nuovo. Perché chiudere coi giornali non vuol dire chiudere col giornalismo.
Ecco perché dopo dentro di me si è fatto largo il pensiero che va bene così, che ciò che è successo non intacca il mio valore come professionista, non intacca le bellissime esperienze che il giornalismo mi ha dato e non deve intaccare il fatto di poter ancora fare giornalismo.
Forse non dove sono oggi, anche se magari qualche articolo potrebbe ancora spuntare, ma da qualche altra parte di sicuro.
Molto spesso una crisi è tutt'altro che folle
È un eccesso di lucidità
Forse qua dentro, forse su N3rdcore, forse in un podcast, forse in un altro progetto editoriale in cui getterò l’anima e da cui sarò deluso. Per ripartire ancora di slancio, come uno di quei personaggi tragici delle storie d’amore tristi che tutto sommato amano.
Ma io non sono un personaggio tragico e soprattutto non sono vittima di un sistema di sfruttamento, sapevo benissimo a cosa andassi incontro. E rispetto al passato ho deciso di non farmi definire da cose che non posso controllare, cioè il budget di uno spazio che può fare a meno di me per motivi che non riguardano me.
E malgrado sembri male
Cambia solo il modo di giudicare
Devo solo raccogliere un attimo i pezzi. E vi chiedo perdono se in questo periodo m’avete visto assente, non vi ho risposto, vi ho risposto male. Imparerò un giorno a fidarmi degli altri e fare rete come si deve.
E comunque continuo a non voler essere con voi come quelli che mi dicevano di scappare dal giornalismo e trovare altre cose da fare. No, io vi dico provateci, sbagliate, incazzatevi, perché è comunque meglio che ritrovarsi un giorno, nel letto, a guardare il soffitto pensando a come sarebbe andata.
E adesso vediamo cosa faremo domani, prometto che continuerò a raccontarvi qua cosa succede, prometto che le prossime puntate magari saranno più “utili” per aiutarvi nel vostro percorso o per darvi qualche spunto e vi ringrazio per i vostri e per tutto il supporto.
Link!
Si continua a parlare di The Last of Us e la mia analisi della quinta puntata si concentra sulle strutture speculari di questa settimana.
Credo che questo pezzo di Kotaku metta, per me, la pietra sopra su ogni discussione riguardo la questione Hogwarts Legacy. Lo trovo particolarmente centrato.
Abbiamo parlato anche di QuantuMEHnia.
Melatonin sembra un gioco di cui alcuni potrebbero aver bisogno.
I Chatbot messi di fronte al test dello specchio.
Il significato della parola crisi viene dal greco e la Treccani ci dice che krísis è "scelta, decisione".
Il momento che stiamo vivendo ci pone costantemente di fronte a bivi, scelte, decisioni più o meno importanti. Capisco bene quello che tu scrivi e sono sicuro che on la tua professionalità e voglia di fare, creare, imbastire, modellare, sarai comunque in grado di trovare il percorso giusto. Sono anche sicuro che chi legge queste tue parole scoprirà magari di non essere così solo come crede e possa prendere il tuo caso come esempio. Buon lavoro Lorenzo e buona fortuna