Appunti per un corso di scrittura - 7
Come vincere l'ansia della pagina bianca e trovare l'attacco perfetto per iniziare a scrivere.
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Immaginate di avere in testa tutto ciò che vi server per scrivere un bellissimo pezzo e volerlo raccontare a un amico che si trova su una ripida collina di fronte a voi. Salite, salite e salite con le vostre informazioni in testa e il respiro che si fa sempre più affannoso. Alla fine, arrivate in cima e vi resta il fiato per poche parole.
Quelle poche parole sono il modo migliore per iniziare un pezzo.
Quella che avete letto si chiama “Parabola dell’amico sulla collina” e la riporta David Randall ne “Il Giornalista quasi perfetto” un libro del 2000 che racconta un giornalismo rigoroso ed essenziale che oggi praticamente non esiste più, ma in cui si possono trovare un sacco di spunti utili, come questo.
Vincere la pagina bianca è una delle fobie più grandi per chiunque scriva, che si tratti di saggistica, narrativa o del blog personale. Abbiamo già visto quanto le varie strutture del testo si basi tutte fondamentalmente sullo stesso punto: le prime righe devono affascinare chi legge e fargli proseguire la lettura, non si scappa.
Certo, un bel titolo aiuta, ma quello serve solo nella scellerata economia dei click e per quanto i numeretti facciano piacere è più bello se poi qualcuno ci legge. Anche perché se vivete solo di titoli la vostra scrittura vale poco.
Oggi vi riporterò alcuni esempi di come iniziare i vostri articoli e qualche regola che ci arriva dal giornalismo duro e puro.
Come inizio io
Iniziare ogni articolo come se fosse un gesto automatico non è un talento, è mestiere. Come ogni mestiere si esercita finché il gesto non diventa automatico. I momenti no possono capitare così come un campione può sbagliare un colpo facile ma sono l’eccezione.
Come recita un famoso meme “I only have two moods”, ovvero “ho due soli stati d’animo”. O inizio diretto sulla notizia, senza troppi preamboli (soluzione facile, molto apprezzata nei pezzi per quotidiani nazionali e dagli amanti della seo) oppure, come ho già detto la prendo molto larga (Ti puoi divertire un po’ di più e, chi ti segue nel viaggio del testo, apprezzerà, ma è sempre rischioso). Ci sono molti modi per sbloccarsi e ora li vedremo ma tutti dipendono da una regola aurea.
Scrivila, per brutta che sia.
Un brutto attacco può essere migliorato dopo che ti sei sciolto un po’, ci puoi tornare con calma, quando hai snocciolato tutti gli argomenti e magari puoi pure fare riferimento a qualcosa che hai detto alla fine per ottenere una struttura circolare.
Ma finché non inizi con quell’attacco brutto che ti fa schifo è comunque peggio.
È un po’ come certi convegni che a volte capita di fare. Tu arrivi là pronto a salire sul palco e la platea a mezza vuota. Ansia, panico, scoraggiamento saliranno sul palco con te, ma c’è una sola via di uscita: iniziare a parlare. Le persone a volte arrivano se sentono qualcuno che lo parla, ma se non inizi non saprai mai quante. Le buone idee funzionano un po’ allo stesso modo: inizia, poi le parole giuste, soprattutto se ti sei fatto una struttura arriveranno.
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