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Bell’articolo Lorenzo, mi piace la tua schietta sincerità con la quale hai esposto il caso del conflitto e delle polemiche in merito alla Rowling e alla sua “legacy” del mondo di HP. E mi è altresì piaciuto il fatto che a differenza di altri, che tendono ad essere paladini integerrimi di moralità, etica e detentori di verità assolute, non hai una soluzione a questo conflitto che sembra etico, ma alla fine si legge economico. Molte delle persone che decidono di boicottare la Rowling, così come chi decide in generale di boicottare , non lo fanno perché credono nei valori universali di uguaglianza, amore o rispetto, ma perché non vogliono che ella guadagni dei soldi che escono dalle loro tasche, perché la ritengono indegna di ricevere anche lo 0,0001 % di diritti d’autore sul prodotto. Ma le stesse persone davanti ad un argomento complesso come la questione “genere” intesa nelle miriadi di accezioni possibili, non si saprebbero schierare nettamente perché, come la maggior parte di noi, non hanno le basi culturali, le conoscenze precipue di un mondo complesso ed articolato nel quale oggi stiamo vivendo. In pratica come dici tu, non può esistere una risposta bianca o nera, perché siamo immersi nella logica fuzzy, in una serie di sfumature che possono farci muovere non su di una linea netta, ma all’interno di uno spazio tridimensionale che ognuno di noi crea a secondo della propria esperienza, del proprio vissuto e della propria cultura. Siamo nella mia visione delle sfere che si intersecano, della piccola galassie emotive e culturali che creano l’universo della storia umana e nessuno di noi può dire di avere in assoluto ragione o torto, ma solo opinioni che dialetticamente creano il costrutto della nostra vita, grazie al confronto. Purtoppo ad oggi il confronto si trasforma più facilmente in scontro, per cui il processo dialettico di infrange sugli scogli di egoismi, egotismi ed egocentrismi dettati da un “sentito dire”, più che da una reale conoscenza ed esperienza

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