La stanchezza ci rende tetri?
O forse è stata una settimana particolarmente complessa da gestire se parte del tuo lavoro è anche capire come vengono date le notizie e con quale fine.
Prima una comunicazione di servizio: questo fine settimana, il 15 ottobre aelle 16:30, alle 16:30 sarò a Stranimondi, evento dedicato alla narrativa Fantastica a parlare di Vivere Mille Vite e della sua nuova edizione. Lo farò con Marina Pierri e questo mi rendo molto felice. Se siete a Milano fatevi sentire per un caffè, due chiacchiere, quelle cose che fanno le persone quando si vedono insomma.
La prima vittima della guerra è la verità, pare lo abbia detto Eschilo, di sicuro vale anche oggi. La verità in guerra è una cosa fastidiosa, ma ce lo ricordiamo sempre troppo tardi, anche perché viviamo nell’era in cui le verità sono molte e ci arrivano addosso tutte insieme.
Dovrei essere più saggio e non parlare di guerra, perché le persone preferiscono sentirmi chiacchierare di scrittura, cultura pop, videogiochi e quant’altro. Soprattutto, non dovrei parlare di questa guerra che attiva subito meccanismi retorici di attacco e difesa più efficienti dell’Iron Dome1. Anche perché non fa bene alla mia saluta mentale.
Ma io ogni tanto mi ricordo ancora che sono un giornalista e quindi non farei un buon servizio a voi e alla mia coscienza se non mi levassi queste parole dal petto.
Non vi romperò le palle con la geopolitica, perché non è roba mia, ma l’analisi della comunicazione è sicuramente il mio territorio.
Quindi vi invito a fare un respiro profondo è analizzare ciò che vedete nei TG.
Capite di quali morti di cui conoscete tutto, i nomi, le foto, le facce dei parenti. Guardate chi vi viene presentato più simile a voi e chi invece appare come uno straccione sporco, diverso dalla vostra cultura, che urla in una lingua che non conoscete.
Capite chi viene “ucciso” e chi invece “muore”. Chi viene accusato di colpire a caso e quale raid viene sempre definito “chirurgico”.
Guardate quali persone devono costantemente fare dei distinguo degli allontanamenti, delle premesse di non appoggio a quella o quell’altra organizzaione per riuscire a discutere e chi può permettersi di semplificare.
Guardate quali bambini vengono subito utilizzati come corpi per la propaganda e quali invece possono morire negli ospedali a cui è stata tolta l’elettricità.
Fate un respiro e cercate di capire chi vogliono farvi odiare.
E questo vale per ogni parte.
Di fronte ai morti di ogni bandiera può sembrare un esercizio sterile fare puntualizzazioni, rettificare le cause della morte e discutere se un bambino sia stato decapitato o meno. Ne sono consapevole.
Ma se il tuo lavoro è questo allora la lucidità è un dovere e un lusso (perché non hai parenti morti, perché non si parla dei tuoi figli o dei tuoi nonni, perché puoi esercitare un distacco che non è concesso a chi sta là) che devi esercitare. Non vuol dire che non puoi starci male vedendo i video, vuol dire che quel male poi te lo tieni per te perché non serve alle notizie.
Chi informa dovrebbe, appunto, informare, non suggerirti cosa odiare e cosa amare.
Perché la violenza passa proprio dalla mancanza di lucidità, dai nemici disumanizzati, dal “tanto son tutti uguali”, dalle narrazioni del dolore che non hanno niente a che vedere con l’informazione.
È nello spazio creato dalle emozioni che poi si annidano le notizie false, la disinformazione, la reazione di pancia, il pregiudizio.
So che è un appello assurdo, ridicolo, che probabilmente si beccherà offese, gente che cancella l’iscrizione e così via. Ma il rapporto di fiducia in questo spazio si basa anche su questo. Heavy Meta vuole essere un punto di osservazione sul giornalismo, sulla scrittura, sulla creazione e la selezione di contenuti, su come si danno le notizie. E lo sarà sempre.
Pazienza se chi coccola le nostre paure e liscia il pelo al nostro bisogno di sentirci sempre nel giusto e lo spaccia per giornalismo equidistante ha più successo.
Vorrei dirvi che adesso passo a cose più serene, ma vi direi una bugia.
Come si esce da questa situazione?
In questi giorni purtroppo è successa una cosa bruttissima: un ragazzo italiano di 23 anni che faceva il cosplayer di un personaggio di Call of Duty si è ucciso in diretta su TikTok. Lo ha fatto perché non reggeva il peso di accuse probabilmente montate ad arte che lo ritraevano come pedofilo o “groomer”2 per aver mandato dei messaggi con una ragazza di 17 anni.
La storia è intricatissima e tutt’ora in via di analisi perché mescola tantissime tematiche tra di loro. Le subculture di internet, il mondo del cosplay e dei content creator in competizione tra di loro, le community su TikTok e Discord, il bisogno di “esporre” gli altri alla gogna per un distorto senso di giustizia sociale, il cyberbullismo.
Nota margine, credo che sia il primo caso in cui la situazione viene descritta nel modo più preciso e circostanziato non su un sito di informazione ma su Know Your Meme, che è un sito che, appunto, cataloga meme.
D’altronde la cultura memetica è ironia, ma nasconde spesso altro, come usare gli senza emozioni del personaggio di Ghost per mostrare come ti va la vita.
In questo contesto su Repubblica mi hanno chiesto di spiegare un po’ la situazione e ammetto di essermi trovato in difficoltà. Innanzitutto, per il dover spiegare ancora cosa sia un cosplayer, cosa sia COD o quali sono gli spazi e i contesti in cui si muovono queste community, cercando di condensare il tutto in qualcosa di compatto e leggibile e poi perché quando si parla di suicidio ci sono regole ben precise per farlo.
Altrimenti torniamo alle narrazioni emozionali di cui sopra. Di sicuro siamo nel medesimo campo: le cose difficili da raccontare nello spazio di attenzione di un articolo.
Ne è uscito un pezzo che ho scritto camminando sulle uova, in cui ho cercato di isolare alcuni temi principali e spiegarli senza troppe complicazioni, ma aprendo uno spazio che mostrasse come un ragazzo che indossa la maschera di un teschio non è per forza un disadattato.
Spiegando anche che forse i videogiochi non c’entrano niente ed è “solo” una orribile storia di mancanza di empatia e intelligenza emotiva.
Credo fosse necessario farlo così, cercando di parlare il meno possibile della vicenda in sé ma dei suoi aspetti tangenti. Questo non vuol dire che non faccia strano spiegare chi sia Ghost mentre un ragazzo è morto. Ma ho anche pensato che preferivo farlo io, piuttosto che farlo fare a qualcuno che mastica meno la materia.
Mi resta sempre il dubbio sul fatto che non ci sono vie d’uscita a queste situazioni. Non possiamo educare il mondo a essere più gentile con gli altri e non possiamo sperare che le persone semplicemente siano tutte pronte a farsi scivolare di dosso migliaia di persone che vogliono la tua testa. Soprattutto se hanno 23 anni.
Nel frattempo però la situazione sui social, soprattutto TikTok, è particolarmente allo sbando.
Figli sfruttati per fare views, gente che filma funerali e ci fa i montaggi video, altri che donano soldi in diretta ai senzatetto o mettono in scena momenti di carità estetizzata, persone con disabilità o problemi alimentari prese in giro, bullizzate e spinte al limite per la gioia di chi li vede. Vi invito a seguire Serena Mazzini e le sue storie per farvi un’idea. Qua la trovate anche su
.Se state male però ricordatevi che ci sono delle associazioni che possono aiutarvi. Cercate Telefono Amico o Samaritans. Oppure cercate me, anche se non ci conosciamo.
Mi rendo conto che è venuta fuori una puntata particolarmente tetra, avrei potuto raccontarvi cose più felici, tipo quello che ho capito alla fine del breve corso di disegno che ho fatto, oppure raccontarvi altre cose del mio lavoro, dei videogiochi che sto provando per recensirli, di cui in fondo vi parlo poco.
Forse quando sono stanco, e in questo periodo lo sono (lavoro molto, ho poco tempo per riposare, dipingere miniature, disegnare, andare in palestra o semplicemente non fare niente) questo si riflette in qualche modo sugli argomenti che scelgo.
La stanchezza ci rende tetri o forse siamo solo come Keanu Reeves quando non è in sella a una moto.
Se non facciamo per troppo tempo ciò che ci fa stare bene ci ritiriamo in noi stessi. O magari è solo che, finalmente, sta arrivando l’autunno.
Ma la sto allungando troppo, prendetevi cura di voi! Buon fine settimana e se ci vediamo a Milano fatevi offrire un caffè!
LINK!
Un pezzo su N3rdcore che mi rende particolarmente orgoglioso: si parla del Museo Stibbert e di fascinazioni orientali ottocentesce che ricordano i nerd e i cosplayer di oggi.
Altro pezzo che mi piace molto e che mi ricorda come vorrei fosse sempre N3rdcore:
, ovvero Davide Costa, che spiega come presentare il tuo portfolio agli eventi di fumetto.Perché il linguaggio nei videogiochi è importante?
Cosa leggo questa settimana
La regola del gioco. Comunicare senza fare danni
Da Substack
Sistema di difesa missilistico israeliano. https://www.wired.it/article/iron-dome-israele-missili-striscia-gaza/
Una persona che sfrutta la sua età o influenza per circuire persone più giovani. https://www.urbandictionary.com/define.php?term=groomer
Grazie per quel pezzo su Inquisitor Ghost. Immagino la fatica per scriverlo e posso dirti che è sicuramente utile per chi non ha la minima idea di cosa si sta parlando. E pacca sulla spalla per la stanchezza 😑