Nostalgia canaglia (e bugiarda)
Cosa succede quando gli account di pacottiglia pop iniziano a dire cose false? Tutto e niente.
Recentemente mi sono imbattuto nella classica domanda “Quali sono le opere che ti hanno cambiato la vita?” E dopo averci pensato qualche minuto sono arrivato di fronte a un pensiero un po’ inquietante: a mente fredda non riesco a trovare nessuna opera, che siano film, videogiochi, libri, musica o altro, che mi abbia veramente cambiato la vita. Nel senso proprio di “ho fruito questa cosa e adesso sono una persona diversa”.
Sono sicuro che qualcosa ci sia là dentro ma non riesco a trovarlo. Al massimo posso dire che me l’ha cambiata l’Atari, perché mi ha iniziato da subito ai videogiochi, ma l’Atari in casa l’ha messo mio padre e la sua passione per la tecnologia ha fatto il resto. Sarebbe come dire che la vita me l’ha cambiata la televisione.
Potrei dire Star Wars, ma in che modo me l’ha cambiata? Potrei dire che adoro esoscheletri potenziati e robot che camminano da Star Quest e Robocop o che Final Fight mi ha fatto venire voglia di diventare grosso e con i baffi.
Non riesco a concentrarmi sul passato e a pensare le mie passioni come qualcosa che ha cambiato il mio cammino in modo drastico, non quanto lutti, scelte personali, amicizie, delusioni o successi. Ci tornerò sopra, magari, ma ora come ora mi sento come quelli che non hanno un dialogo interiore o non riescono a immaginare un oggetto.
Guardiani della verità
Nel bellissimo finale di Metal Gear Solid 2 c’è un monologo in cui viene sostanzialmente detta una cosa: i geni passano le informazioni fisiche di un essere umano, ma non le sue conoscenze, la storia, le esperienze e i dati che ha raccolto, quello è compito della Storia, dei miti, e una volta le informazioni erano finite e più semplici da tramandare.
Oggi il rumore prodotto da informazioni spesso irrilevanti è così grande che quel compito è diventato complesso, ecco perché è fondamentale la curatela di un gruppo di illuminati che decidono cosa passare e cosa no, cosa è “vero” e cosa no. Un sistema che offre un contesto all’informazione e la rende rilevante.
Giusto per chiarire, questo era il monologo dei “cattivi”.
Ma questo genere di curatela e di sovrascrittura del reale è esattamente quello che spesso avviene in contesti tutto sommato innocui, che però ci abituano a prendere una particella di informazione e condividerla senza pensarci troppo su, perché ci arriva quando la nostra guardia è abbassata.
E la nostra guardia si abbassa non solo quando arriviamo alla sera e ci concediamo un po’ di doomscrolling sui social mentre siamo a letto ma giocando su due fattori: nostalgia e rafforzamento dei nostri bias.
Riscrivere il passato
L’arrivo di internet ci ha catapultati in un eterno presente che colleziona e cristallizza il tempo in una sorta di eterna memoria collettiva in cui niente scade, niente diventa obsoleto, tutto si recupera e si racconta.
Da una parte questo è bellissimo perché io posso andare su Internet Archive, a patto che non subisca attacchi informatici o venga trascinato in giudizio da aziende infami che ignorano certi diritti e pretendono copyright assurdi, e trovare vecchie riviste di videogiochi o libri che mi raccontano come quel prodotto veniva descritto o pubblicizzato in passato, dall’altra questo ha reso un processo normale come la nostalgia qualcosa di molto più presente e invadente.
Un tizio con la giacca di Miami Vice che continua a venire alle vostre serate, beve tutto e pretende che si parli solo di quanto erano fighi gli anni ’80. Ma che succede se quel tizio iniza a dire palle su quegli anni?
Sulla nostalgia sono cresciuti dei bei business, soprattutto sui social, dove basta un semplice post che ti ricorda che oggi 30 anni fa era andata in onda la prima puntata dei Masters, oggi nel 2000 Britney Spears ha fatto questo e così via. E questa roba funziona, lo sa chiunque abbia mai scritto un pezzo per ricordare un anniversario.
È una fonte di click e potenziali guadagni che non scade mai perché la nostalgia oggi tocca a me e domani a te, basta mantenere costante il flusso. Non devi fare nient’altro che dare una piccola spinta, il resto lo fanno gli utenti.
Ma che succede se la giornata è fiacca? Semplice. Ti inventi le cose. O almeno questo è quello che ho scoperto leggendo un articolo di Coleman Splide su Slate uscito un mese fa che racconta l’ascesa, in particolare su quella cloaca che è Twitter, di account verificati che vomitano a getto continuo fatti e fatterelli della cultura pop che sono spesso inventati.
E potrà sembrare roba da poco, in fondo cosa cambia se, Telephone di Lady Gaga è uscito nel 2009 o nel 2010? Sono a letto, la giornata è stata tosta, leggo un'informazione e la condivido, che succederà mai?
Non succede niente, ovviamente, sulla singola cosa, ma è un lento processo di erosione che va a toccare l’importante della cultura, dell’arte, dei contesti. E ovviamente non sono qua a puntare il dito contro nessuno perché tutti ci siamo passati e continueremo a farlo, mica possiamo tenere la guardia alta ogni secondo della nostra vita, al massimo selezionare a monte, sperando di fare bene.
Collocare qualcosa nel suo momento è fondamentale, che sia un fatto storico, un libro, una canzone, e se oggi è la diceria che Miley Cyrus ha girato Flowers in un appartamento dove Hemsworth la tradiva, domani potrebbe essere qualcosa di più importante o storicamente rilevante.
Potrebbe essere una informazione che nasconde cose fastidiose di una persona famosa o al contrario. Potrebbe essere una informazione che nasconde il merito di terzi nello sviluppo di un progetto o il suo contrario. Pensate a quanti anni ci sono voluti per mostrare l’apporto a scienza e tecnologie di persone diverse da quelle raccontate di solito.
È un po’ come quella storia secondo cui se i responsabili dell’attentato di Via Rasella si fossero consegnati non ci sarebbe stata la Strage delle Fosse Ardeatine. Una bugia tramandata di anno in anno che ancora ogni tanto spunta fuori.
La faccio troppo drammatica? Forse, ma sono le lente erosioni nel tempo che scavano i solchi più profondi. Per questo dobbiamo stare attenti a chi è a guardia della nostra verità.
E questa riscrittura del reale non avviene solo per fatti lontani, ma si muove anche attraverso notizie palesemente false, create per soffiare sulle braci di una guerriglia culturale che ha ovvi risvolti politici e basi assolutamente inventate.
Prendete questo video in cui si dice che Tatiana Maslany, l’attrice di She Hulk, serie odiatissima dai duri e puri che si scontrano contro “il woke”, avrebbe fatto causa alla Marvel e a Reynolds.
Non è vero, non è niente di vero, eppure questo video ha 600.000 views ed è solo uno dei molti video che sfruttano rabbia, frustrazione e senso di accerchiamento per fare soldi. Sentimenti che nascono anche da un passato idealizzato e cristallizzato dalla nostalgia e da quella brutta sensazione che avverti quando inizia a capire che non sei più il centro del mondo.
Link!
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