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Exit Reality, capire Internet con Valentina Tanni
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Exit Reality, capire Internet con Valentina Tanni

Più che un libro, un piccolo un atlante per orientarsi tra estetiche e subculture di internet che dovreste proprio leggere.
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Credo di aver capito esattamente qual è il mio limite nelle discussioni su Facebook, quindi non di riflesso su ogni social o contesto online ma solo Facebook. Soprattutto con sconosciuti.

Tre messaggi.

Dopo tre messaggi ormai anni e anni di discussioni mi hanno fatto sviluppare l’esperienza necessaria per capire più o meno che tipo di discussione verrà fuori. Se la persona è una di quelle che cambia argomento per rintuzzare, se è una persona aggressiva, se spaccia fatti per opinioni, se ha voglia di discutere o no. Ovviamente parlo di perfetti sconosciuti o persone che conosco meno. Con gli amici mi stizzisco volentieri anche per ore.

Ma alla fine credo che più che un limite della piattaforma sia mio, non ho più tanta voglia né tempo di discutere con gente che non conosco su questioni tutto sommato che non interessano a nessuno. È un po’ come con gli amici, arrivata una certa età tracci la linea. Chi è fuori e fuori, chi è dentro è dentro, salvo rari casi.

Rivivere mille vite

In questi giorni è partita la stampa dell’edizione ampliata del mio libro Vivere Mille Vite, edito da effequ. Ho aggiunto un paio di capitoli, limato qualche punto, cambiato la copertina e dato una rinfrescata agli ambienti.

Perché questa nuova edizione? Perché il libro è uscito durante la pandemia, con tutti gli annessi e connessi per la promozione, e nonostante questo è andato bene, soprattutto in un panorama editoriale dove la maggior parte dei libri non superano le mille copie.

Volendo è già prenotabile sul sito di effequ e ovunque si vendano libri. Ci saranno delle presentazioni: la prossima è a Milano il 15 ottobre alle 16:30 preso Stranimondi, la seconda sarà a Lucca Comics il 4 novembre alle 14:30. Tanto poi le spammerò il lungo e in largo.

E tu che vibe hai?

Probabilmente se bazzicate su Internet sapete cosa è la Vapor, forse avete idea di cosa sto dicendo se parlo di ASMR ma credo di perdervi se inizio a disquisire di backrooms, weirdcore, dream core.

Se vi chiedessi la vostra vibe? Come ve la cavate con l’esoterismo memetico?

Magari qualcuno fa di sì con la testa ma per tanta gente là fuori probabilmente sono impazzito, oppure sto usando oscure terminologie giovanili per fare finta di non avere 42 anni.

Quelle che ho nominato sono estetiche di internet, nicchie, tribù, spazi che si creano e si distruggono in maniera quasi del tutto spontanea. Meme, moodboard, linguaggi, video su YouTube, discussioni su bacheche.

Cose che magari vi sembreranno marginali, ma che spesso tracimano nel presunto mainstream con effetti straniati e assurdi. Un po’ come vedere le Veline di Striscia la Notizia che ballano con un filtro AI che fino a poco tempo fa vedevate solo nei reel di Instagram.

Eppure, capire questi spazi, o almeno riconoscerne l’esistenza, vuol dire capire un po’ meglio il mondo e provare a farsi trascinare più lentamente dalla piena. Non è solo questione di nostalgia o hipsterisimi, si tratta di capire cosa ci sta facendo internet. Per aiutarci in queste settimane un libro, edito da Nero Edizioni, che ho amato sin dalla copertina: Exit Reality.

Era inevitabile, essendo io un vecchio leone stanco dell’internet anni ’90 e un vetusto utilizzatore di Windows 3.1, shell di DOS e altre pitture rupestri.

Lo ha scritto Valentina Tanni, storica dell’arte, curatrice, già autrice di Memestetica (sempre per Not) e una delle poche persone al mondo, di sicuro in Italia che per fortuna ha fatto quest’opera certosina di analisi e catalogazione. E lo ha fatto, per fortuna, in un libro accessibilissimo, che rifiuta il linguaggio d’accademia per incuriosire e divulgare.

Al suo interno ci trovate cinque capitoli principali: Aesthetic, dedicato alla nostalgia rosa della Vaporwave. Vibe, dedicato all’ASMR e alla cultura delle vibrazioni e delle atmosfere. Lore, ovvero il mondo delle leggende metropolitane, dei creepypasta, delle backdoor. Core, ovvero i mondi sognanti e i traumi del weirdcore, del dreamcore e di altre correnti di meme e immagini. Magic, dedicato al ritorno esoterico di internet e dei meme e Portal, che conclude parlando dell’immaginario che si sviluppa attorno a Internet come soglia verso altri mondi, altre culture e altre persone.

Appena ho iniziato a leggerlo ho avuto l’impulso di voler parlare con Valentina e trovate qua sopra il risultato di questa bellissima chiacchierata. Spero vi piaccia.

Il potenziale di ciò che Internet sta per fare della società è inimmaginabile. Volevo fare il musicista, perché mi sembrava da ribelle. Sembrava si potesse influenzare il cambiamento, attraverso la musica. Quando ero molto giovane bisognava sintonizzarsi sulla radio per ascoltare i dischi americani. Non c'era MTV. Il rock and roll era una chiamata alle armi. Ora è un'opportunità di carriera. Come Internet adesso porta la bandiera dell'essere sovversivo. Caotico, nichilista"

David Bowie

Vibe check: che ne dici di iscriverti? Più siamo, meglio è.

Link interessanti

Su N3rdcore si è parlato di Lies of P, ovvero il gioco di Pinocchio che mena.

Si continua a lavorare in Rai a Altri Mondi, ci hanno dato un po’ più di spazio e stavolta vi parlo del nuovo Assassin’s Creed.

Dopo mesi di lavoro l’inchiesta sulle agenzie di comunicazione è finita su L’Espresso e ne esce fuori l’ennesimo deprimente panorama di un ambiente di lavoro non solo sessista, ma anche tossico a tutti i livelli.

Mi è molto piaciuto questo articolo di Lorenzo Mancosu che centra bene il punto sull’industria dei videogiochi che, in uno dei suoi anni migliori, mostra la corda con licenziamenti, fallimenti e un gigantismo che non le fa bene.

fa il punto sulla sua newsletter in un pezzo molto “meta” che ovviamente mi è piaciuto e che è allineato con molte cose che si dicono qua. Spero di poterlo intervistare nelle prossime settimane.
mi insegna qualcosa sul marketing ogni volta che lo leggo. Stavolta si parla di marketing comportamentale.
con il suo Le parole dei videogiochi ci ricorda, parlando di Street Fighter e compagnia, quanto può essere per iniziati il gergo videoludico. E forse è pure un suo limite, a volte.

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