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giu 27Messo Mi piace da Lorenzo Fantoni

Grazie Lorenzo, è una bella riflessione. Mi sto chiedendo come dovremmo cambiarla la narrazione di questi carnefici, come dovremmo indagare più a fondo questi gesti mostruosi in modo da mostrare quali siano le condizioni che determinano un gesto così privo di umanità. Certamente non raccontando le sue passioni, perché queste non ci dicono nulla di come si arriva fin là. Ma è come se in questo istinto di "avvicinarci" al mostro (parlando di cose quotidiane, che a volte magari potremmo perfino condividere) ci sia un moto che ha un senso. Solo che manca poi tutta la parte di inchiesta vera. Quella che indaga ogni singola svolta, che fa vedere come si è creato quel percorso. Per cui tutto diventa gratuitamente morboso e basta.

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Però quella parte, cioè l'analisi, la comprensione, non è qualcosa che spetta all'articolo di giornale, in teoria, è più materiale da saggio di persone esperte. E sicuramente non può arrivare a ridosso del fatto di cronaca, che è però l'unico momento in cui viene letta.

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La mia — cinica, ammetto — ipotesi è che la ratio di tali articoli sia la stessa delle pseudo-trad wife che preparano atrocità in casseruola: la gente si incazza per lo schifo che vede, reagisce e anche quello fa engagement. È proprio per fare incazzare, poi rivedere il titolo e fare fare un secondo giro all'articolo

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Beh si la base è proprio il rage-clicking.

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