Tu la conosci Roby?
Là fuori c'è un sacco di roba che vende tantissimo, che fa parte della vita di migliaia di persone e che viene totalmente ignorata da chi dovrebbe raccontare la cultura pop.
In queste ore nella mia bolla è rimbalzata la polemica attorno al murale dedicato a Michela Murgia a cui si sono opposti i Pro Vita e Fratelli d’Italia. Al di là del pianto e dello stridor di denti di personaggi detestabili che usano la parola “ideologia” con accezione negativa solo quando gli fa comodo, a me piace concentrarmi su quel gruppetto di persone che ha condiviso la foto del murales dicendo cose tipo “Ai Fratelli d’Italia e i Pro Vita non piace il murales di Michela Murgia, rendiamolo virale!!!”.
Ecco se c’è una cosa che può farmi schifo quanto fascisti e antiabortisti sono quelle persone che sfruttano questi meccanismi di militanza social per tirarsi su due spiccioli di condivisioni.
E questo è quanto.
Il successo di Agenzia Tradimenti
In queste ore ho scoperto (Grazie Roberto) che uno dei fumetti più venduti in Italia nel 2023 non è praticamente raccontato in nessuno spazio in cui si parla di cultura pop. Si chiama “Agenzia Tradimenti” e fa parte della collana “I manga di Roby”. 1, al secolo Roberta Alcamo è una youtuber molto seguita, soprattutto dalle bambine, mentre Agenzie Tradimenti è il nome una webserie su YouTube creata utilizzando Roblox2.
Non starò qua a spiegarvi cos’è Roblox, ci sono tanti articoli che lo fanno, ma immaginate un’app dove potete creare o visualizzare videogiochi utilizzando asset vostri o disponibili sulla piattaforma, vendere ciò che avete creato e così via. È un fenomeno molto diffuso tra giovanissimi, nonostante varie zone d’ombra (tipo il fatto che siamo al confine dello sfruttamento di lavoro minorile) così come Minecraft, che va ancora forte, lo era nella generazione precedente.
I video di Agenzia Tradimenti sono semplici, recitati in maniera amatoriale, privi ovviamente della benché minima attrattiva per una persona con più di otto anni, lo stesso vale per i vlog con cui Roby racconta la sua vita, le sue esperienze e così via.
È normalissimo, ormai sono questi i contenuti che hanno quasi del tutto soppiantato la tv orientata al pubblico più giovane, che ha progressivamente spostato i suoi occhi dalla televisione a YouTube, ovvero ai tablet e i telefoni. Non starò qua a elaborare i perché e i percome di questo cambiamento né i pro e i contro rispetto a quando piazzavano la mia generazione di fronte alla TV e oggi ci ritroviamo tutti a ricomprare i Masters o le Barbie.
Posso immaginare che questi fumetti stile manga siano più o meno assimilabili come stile ai video, che ne espandano la lore, e così via. È un’operazione non troppo distante da un altro fenomeno poco raccontato, quello di Lyon, che invece costruisce la sua narrazione su Minecraft
.
Il punto è che Roby, e chi ci sta dietro, sono una potenza editoriale notevole, parliamo, secondo alcuni dati, del settimo fumetto più venduto in Italia e probabilmente un libro che macina abbastanza volumi da piazzarsi bene anche nella classifica mista con i libri. Di un fumetto italiano che se la gioca con lo strapotere dei manga e di Zerocalcare (e Peratoons, altro poco raccontato).
E per quanto ci sta che io non ne sapessi assolutamente niente, essendo totalmente fuori target, mi pare assurdo che sia totalmente invisibile a chi il settore lo racconta, lo commenta, lo analizza.
Successi invisibili
Perché tutto questo non viene minimamente accennato da nessuna parte? Perché i siti che raccontano quotidianamente vita, morte e miracoli di un sacco di altre cose non dedicato neppure un misero approfondimento non solo a Roby, ma in generale a tutto un mercato su cui si potrebbero dire molte cose, fare analisi e raccontare il presente?
Non solo per una funzione meramente informativa, metti che c’è un genitore che vuole saperne di più, ma anche perché magari tra chi legge ci possono essere persone interessate a seguire questa strada per interesse economico. E soprattutto ci sono migliaia di genitori che magari vorrebbero saperne di più. Tutti potenziali lettori.
E invece di solito queste realtà o vengono ignorate o al massimo se ne parla con tono quasi folkloristico quando ormai sono diventate troppo grandi per essere ignorate. Come se fossero comparse improvvisamente nel nostro campo di interesse.
Eppure se Il Post parla di Temptation Island3 forse possiamo parlare del mercato dei fumetti degli youtuber.
Nicchie e sottoculture sembrano applicare sugli altri lo stesso snobismo subito in passato dal mainstream che parlava di loro molto raramente e con un certo imbarazzo (e che a volte ancora fa così).
E badate bene, non sto dicendo che si fa un disservizio a Roby, lei se ne frega mentre i suoi manager contano i soldi, sto dicendo che al massimo ci rimettiamo noi.
Certo, però vuoi mettere fare un altro articolo su Tex, Crepax o la Marvel?
E non è solo una questione legata al mondo del fumetto. Ogni ambito della cultura popolare ha le sue nicchie (neanche troppo nicchie) ignorate per mille motivi. Ad esempio, se guardate i portali legati ai videogiochi è molto difficile che troviate informazioni o recensioni sui titoli mobile e il mercato che ne deriva.
E questo nonostante sia il mercato più florido e seguito. Parliamo dei giochi culturalmente rilevanti, secondo il nostro approccio, parliamo di indie belli, parliamo di grandi storie, parliamo di quello che verrà ma raramente parliamo di quello che le persone giocano in massa.
Questo accade perché magari è un settore che giustamente non “genera” notizie, o magari si pensa che non faccia click, perché si sceglie di parlare a un certo tipo di pubblico, magari più simile a noi, magari lo si fa anche perché le risorse sono limitate, per tradizione, per età, per gretto snobismo. I motivi sono tantissimi, alcuni sono legittimi, altri mi lasciano spesso perplesso.
Soprattutto il totale silenzio: capisco non recensire tutti i numeri di Agenzia Tradimenti, capisco un po’ meno l’idea di non raccontarne il fenomeno.
A volte magari è difficile trovare in quel racconto una storia. Ad esempio, questa settimana si è tenuto a Firenze il First Playable, che è un evento strettamente B2B (acronimo di business to business, ovvero eventi pensati soprattutto per addetti ai lavori e interazioni tra imprese, quindi non aperti al pubblico) in cui si incontrano sviluppatori italiani, possibili investitori, istituzioni, avvocati eccetera.
In poche parole, uno stanzone di gente che si parla e alcune conferenze molto specifiche, l’incubo di qualsiasi giornalisti mainstream. Certo puoi dire, i numeri, puoi dire che è importante, ma è tosta. Per fortuna c’era anche la premiazione dei giochi italiani dell’anno e per fortuna il vincitore, Lorenzo Redaelli, ha detto cose belle e giuste sulla creatività. A proposito, per fortuna il suo titolo Mediterranea Inferno, è stato invece molto ben raccontato sulla stampa italiana.
Per tornare a noi, è sempre bene ricordare che quando decidiamo di seguire una testata, una firma, un canale, stiamo guardando la realtà filtrata da un canocchiale che qualcun altro sceglie di puntare dove vuole. E se vale per le cose più frivole, figuriamoci il resto.
È normale, va benissimo, per questo è importante avere più fonti, ma anche il sito più omnicomprensivo non può raccontarci tutto, è come cercare di simulare perfettamente la realtà, sbaglieremo sempre quel dettaglio che ci separa da lei.
Link e altre cose
Cosa succede quando il fandom va in guerra? Che a volte se la prende anche con gli autori.
La Hopecore, ovvero i contenuti per dire che tutto sommato sei ok e basti al mondo. Linko soprattutto perché il sito fa breccia nel mio cuore xennial.
Proprio in questi giorni pensavo di farne uno, che non si sa mai, ma pare che i CV siano diventati obsoleti e in effetti forse è vero. Voi che mi consigliate?
Heavy Meta è allegata a queste due riviste che vi consiglio.
E ora un po’ di odio di classe.
https://www.youtube.com/@Roby_
https://www.repubblica.it/tecnologia/2021/04/11/news/cosa-e-roblox-breve-guida-alla-piattaforma-per-sviluppare-giochi-amata-dai-piu-giovani-299491879/
https://www.ilpost.it/2024/07/02/temptation-island-critiche/
Al di là del contenuto, c'è da dire che il murale dedicato a Michela Murgia è veramente brutto.. 🤢
Mah io non so se ci sia effettivamente qualcuno che paghi nella stampa di settore de fumetto. Quando c’ero dentro pagava forse solo un sito ma il risultato era la moltiplicazione di pezzi inutili a discapito spesso della qualità.