31 Commenti

Ho trovato la discussione intorno al Post molto interessante, tanto più per una newsletter che ha fatto spesso del metagiornalismo - giornalismo sul giornalismo - uno dei suoi punti forti. Capisco anche la delicatezza con cui trattare il lavoro di colleghi e colleghe e un progetto editoriale che funziona. L’accenno a La Repubblica e l’ingresso, veloce e limitato, di una questione “di classe”, anche se in termini di disponibilità economica, sono stati però la parte più interessante (per me). Intanto perché del progetto de La Repubblica abbiamo visto la fine: inglobato in quel sistema di potere che era nata nel ‘76 quantomeno per criticare e di cui essere un watchdog; inoltre perché l’identificazione con Francesco Costa e “il suo stile”, richiama l’identificazione sempre maggiore che vi fu tra Repubblica e Scalfari, con effetti direi negativi per entrambi: Scalfari credette di essere la bocca della Verità e Repubblica pensò di essere la salvatrice della Patria. Il Post non ha queste ambizioni, anche perché mancano la temperie culturale (il liberalismo che avanza trionfante) e i soldi (per l decomposizione di quella borghesia illuminata che già era ai minimi termini cinquant’anni fa e oggi accende l’ipoteca per una borsa di Vuitton). Però nello stile di Costa si trova proprio questa superficialità roboante che caratterizzava anche Repubblica: il tentativo mai di spiegare il mondo, ma solo di sottolinearne alcuni aspetti. Fenomenologia del mondo, estetica: Costa sembra un critico d’arte, ma dei peggiori, quando per esempio nella descrizione degli USA si impunta nel volerli considerare “in marcia” perché il tasso di disoccupazione è ai minimi storici; ma che siano lavori di merda, eh questo è nel campo delle opinioni e quindi tabù. Il Post è un progetto che definirei carino, 可愛い (kawaii) in giapponese: nutriente come pocket coffee.

Expand full comment

travaglio è lei?

Expand full comment

personalmente non concordo con l'osservazione su Costa come Scalfari

credo invece che di base i valori de Il Post siano abbastanza saldi e genuini, soprattutto rispetto a ciò che oggi è divenuta La Repubblica: per me il focus è porre l'attenzione, e Il Post è solo un pretesto per parlarne, su come si fa informazione e come chi ne fruisce la intende

Expand full comment

nazzi però rimane free, quindi boh alla fine cos cambia? Il Post diventa elitario perché morning (che è sempre stato dietro paywall) perde costa? Meh

Expand full comment

oddio "meh" Morning è una delle cose che più di tutte traina gli abbonamenti.

Expand full comment

Epperò al momento non ci sono dati per dire che Morning con Ghittoni e senza Costa non lo faccia. Magari sarà così, magari no, ma fino a che non succede è abbastanza parlare del nulla.

Expand full comment

Si Ale ma non capisco perchè ti stupisca la voglia di fare delle ipotesi, è una cosa normalissima che si fa sempre quando ci sono degli avvicendamenti. Può senza dubbio fare molto bene, ma può anche essere che molta gente, nell'era della personalizzazione del giornalismo, si affezioni meno. Probabilmente no, ma è una ipotesi. Poi capisco che tu parli da persona vicina e sappiamo benissimo quanto io stimi e ami il post. Fare delle ipotesi sul pubblico, ribadisco, sul pubblico, non sulla scelta dell'avvicendamento né sulla qualità di Ghittoni, che se è stato preso da Il Post sicuramente vale, non vuol dire augurarsi la fine di Morning o preconizzare la sua caduta.

Expand full comment

A me è sembrato solo che il pezzo avesse una tesi ("sono abbonato al Post per Morning), che poi è una opinione legittima ma personale, intorno alla quale sono state fatte riflessioni che trovo poco centrate, e a volte ingenerose.

Scrivere "Sembra trasmettere il messaggio che l'approfondimento sia un lusso per chi può permetterselo, mentre agli altri rimane l'informazione di base" mi pare abbastanza di parte, sia perché sono solo una minuscola parte del lavoro del Post ogni giorno, sia perché dà l'idea che solo dietro paywall ci sia "l'informazione che conta", quando i podcast esistono solo da qualche anno e sono fatti dalle stesse persone che nella maggior parte dei casi poi fanno il giornale.

Trasformare il "lavoro di qualità si paga" in una lotta di classe mi sembra proprio poco a fuoco. E poi non capisco proprio il nesso che c'è con Repubblica (e lì sì che si lascia intendere che insomma, signora mia, di questo passo lì si finisce, preconizzandone di fatto la caduta), o il perché il cambio del direttore (più giovane e con idee diverse dall'attuale) sia sinonimo di "mancanza di rinnovamento".

Poi certo, anche come dici tu io gli sono più vicino che altri e quindi insomma, anche io ho la mia quota di paraocchi, ma delle tante critiche che gli si possano fare questa mi sembra un po' debole, tutto qua!

Expand full comment

Non credo sia una trasformazione, ma un sottoprodotto, perché la qualità si paga, nell'informazione, nel cibo, nei vestiti, e pagarla per molti è sempre più difficile. Ecco quindi che spesso le scelte giuste ed etiche in molti campi sono purtroppo riservate a chi può permettersele. Agli altri il fast fashion, quello che resta dei siti senza paywall e così via. Che non è, secondo me (o almeno, non lo punterei) un dito punta contro chi si fa pagare, ma contro un sistema che ci ha portato qua. Sul resto, ovviamente sono pareri, non miei, che mi limito a ospitare. E, come fanno quelli furbi, se vuoi scrivere un parere contrario da persona più interna io ti direi che mi farebbe piacere ospitare la risposta.

Expand full comment

> le scelte giuste ed etiche in molti campi sono purtroppo riservate a chi può permettersele

che però è quello che per "mission" il post dice di non voler fare, anzi: è proprio il contrario! boh

Expand full comment

naturalmente c'è una tesi, è una mia opinione: ed è una opinione di un giornalista, quindi naturalmente troveresti in me una sponda nel dire che il lavoro si paga - e, per quanto ne so, Il Post paga più che adeguatamente chi ci lavora (e non è poco)

sta di fatto che tra i podcast che escono settimanalmente, o quotidianamente, la maggior parte ora fanno parte dell'offerta a pagamento: sono senza dubbio un di più, ma le interviste di Cau in Globo ora sono dietro paywall - pago volentieri per ascoltarle: ma è un fatto che siano un bel prodotto che ora non è più gratuito

è legittimo che un editore cerchi la sostenibilità di un progetto: e, lo dico anche nel post, sono colpito in positivo che Il Post sia riuscito a farcela in relativamente poco tempo, e che anzi oggi abbia una prospettiva tale da potersi permettere di fare campagna acquisti di talenti e professionisti di un certo livello (ottimo)

il paragone con repubblica è legato a un altro esempio di testata che ha fatto della identità tra i propri valori e i propri lettori un punto di forza: oggi non sono abbonato a La Repubblica, bensì a Il Post, segno che La Repubblica ha perso la mia fiducia - non ci vedo niente di male nel sottolineare che spero che Il Post faccia scelte e percorsi differenti, è un auspicio in positivo e spero che l'avvicendamento della direzione dia un segnale concreto in tal senso

filosoficamente, se vuoi con una sorta di filosofia di internettaro della prima ora, sono colpito del fatto che sia pressoché sparita l'informazione gratuita su Internet: da abbonato, infine, mi è pesato il tam-tam degli ultimi mesi sugli abbonamenti

Expand full comment

guarda, io apprezzo molto ghittoni e l'ho scritto: secondo me è un bell'acquisto

non è assolutamente quello il punto

il punto è costruire uno strumento identitario: con tutti i pro e i contro che ciò comporta - ma è un'osservazione fatta da abbonato, quindi direi con un bias positivo

Expand full comment

ok ma era solo questione di tempo che costa avrebbe smesso, vuoi per stanchezza (ne parli anche tu nel caso della scrittura) o per esaurimento mentale. la dico dritta: a me sto guest post sembra poco lucido, nondimeno

Expand full comment

E pazienza Diego, io te la ridico dritta: mi pare un po' un discorso da fanboy, perché nessuno sta muovendo critiche qua.

Expand full comment

boh alla fine anche criticare non è che non è legittimo, però quale è la cosa di cui stiamo discutendo?

post libero e podcast a pagamento, male perché i podcast devono essere accessibili, il contrario immagino sia lo stesso problema, tutto chiuso è una merda e siam tutti d'accordo, tutto libero non è sostenibile e tu lo scrivi giustamente e continuamente, quindi? ce lo siamo detti e finisce qui

Expand full comment

La vera questione non è cosa, ma come.

La questione non è neppure negare la necessità di trovare una spiegazione o una giustificazione alla legittima esigenza di rendere il giornalismo sostenibile.

Come chiunque altro su piazza, me compreso, esponendoti con le tue azioni sei inevitabilmente oggetto di osservazioni ed eventualmente critiche.

Ho espresso alcune perplessità, frutto di riflessioni personali, sul come alcune operazioni siano state eseguite: e l'ho fatto ribadendo, se fosse stato necessario, che resto un abbonato a un servizio che evidentemente per me garantisce più vantaggi che svantaggi.

Illustrare una critica, tuttavia, non significa voler sminuire il valore di quanto si sta commentando: significa semmai porre l'accento su aspetti che si ritiene possano essere oggetto di analisi e miglioramenti ulteriori. Farlo da un punto di vista di chi si confronta con lo stesso mercato da 20 anni, mi permette di valutare semmai con maggiore apprezzamento quanto fatto a Il Post, così come cercare di proiettare questa esperienza su esperienze precedenti o sul mercato attuale.

Un esempio?

La soluzione di aggiungere al podcast Indagini un extra, trimestrale, che diventa un plus per gli abbonati. Quella è stata una bella esecuzione: "indovini" un prodotto, ci costruisci sopra.

Di fatto, tutto Il Post è cresciuto così: hanno costruito un mattone alla volta quanto c'è adesso, puntando su quanto funzionava.

La questione che pongo, alla fine, è: e ora?

Probabilmente si potrebbe continuare a soddisfare la platea attuale, creando quel circolo vizioso che cito a proposito di Repubblica. Per un bel po', tutto funzionerebbe bene.

Ma si potrebbe anche provare a continuare su questa strada per provare a intercettare una platea più ampia: questo, come sottolineo nella trattazione, ha un costo che non cresce linearmente. Per fare un giornale più grande non basta rafforzare gli investimenti, bensì trovare modi sempre più complessi e sfidanti per garantire una raccolta adeguata.

Mi domando, quindi, a che punto del percorso sia Il Post.

Cosa succede adesso, tutto qui. E la chiusa mi pare piuttosto un'apertura: visto che sono stati in grado di coltivare talento, di raccoglierne altro lungo la strada, sono curioso di vedere cosa si inventeranno per crescere senza snaturare la propria natura, i propri valori, per parlare a più persone senza cedere alla semplificazione.

Expand full comment

> Mi domando, quindi, a che punto del percorso sia Il Post.

la risposta è nel commento che hai scritto

> hanno costruito un mattone alla volta quanto c'è adesso, puntando su quanto funzionava. La questione che pongo, alla fine, è: e ora?

per mantenere la fruibilità aperta a tutti del sito hanno spostato dietro paywall alcuni podcast, che è parte dell'offerta "premium". a me pare sembra che semplicemente cerchino equilibrio tra informazione aperta a tutti e sostenibilità economica.

> sono curioso di vedere cosa si inventeranno per crescere senza snaturare la propria natura

si sono appena "inventati" di passare sotto paywall alcuni podcast, mentre da sempre dicono che l'offerta principale è il sito.

la questione secondo me è che legittimamente si critica che prima hanno chiesto di fare il post come regalo di natale e poi han tolto costa da morning (manco l'hanno chiuso morning, anzi l'han sostituito con un top player da sky) e a me sinceramente mi sembra la critica di un boomer che smette di guardare la motogp perchè "se non c'è guido meda non è la stessa cosa". chiarisco: costa è un grande e guido meda è insopportabile. però vabbè impressione mia.

Expand full comment

mi rendo anche conto di fare commenti aggressivi, ma semplicemente voglio dire che tutto è criticabile o discutibile ci mancherebbe, impressione mia questa discussione parte da basi poco solide

Expand full comment

devo anche dire però che se sono fanboy del post sono anche fan dei tuoi post che trovo sempre interessanti e validi, forse per quello mi ha fatto un po' specie leggere sto "guest post" ecco, che mi è sembrato meno all'altezza del resto

Expand full comment

Beh chiaro che non è all'altezza, non l'ho scritto io! (Luca calmati)

Expand full comment

Stai dicendo che sono basso?

Expand full comment

in realtà nazi fa metà del suo lavoro dietro paywall: ma, come ho scritto, è innegabile che morning di e con Francesco Costa sia stato fin qui un meraviglioso biglietto da visita

Expand full comment

Oh comunque mi mancavi!!

Expand full comment

Mi permetto di aggiungere due considerazioni da quattro soldi: la prima sulla voglia di scrittura che pare andarsene. Non dirò nulla di originale ma ahimè capita a tutti e in ogni campo. Capita anche con le cose che non richiedono poi questo grandissimo impegno, per esempio giocare. Se fai tanto una cosa prima o poi la stanca arriva, però poi come é arrivata se ne va. Alla fine se fai questo per mestiere significa che ce l’hai nel DNA e tu, Lorenzo, ce l’hai nel DNA sicuramente più di altri.

La seconda sul Post: sono abbonato da anni, grandissimo estimatore ecc ecc però la “rincorsa agli abbonamenti” di fine anno con l’inclusione sotto paywall di molti podcast per poi toglierci Morning (quel Morning) mi ha fatto pensare inevitabilmente “ah ecco perché”. Insomma razionalmente lo capisco, irrazionalmente penso che ci sia stata della furberia. Comprensibilissima, per carità, ma comunque furberia. Poi oh, lo sapevamo da tempo che il “Golden boy” (come lo chiama Bordone) avrebbe scalato le posizioni e che non avrebbe potuto svegliarsi per tutta la vita alle 4:30 di mattina, però la modalità mi ha lasciato un po’ così, ecco.

Ho detto le mie due cose inutili, spero che Lorenzo ritrovi presto lo spunto, perché va bene Morning, ma almeno Heavy Meta non può mancare.

Expand full comment

Impressione che hanno avuto tanti (basta leggere i commenti) ma il post non è che vende costa, la loro linea editoriale è chiara mi pare. si è giocato sul non detto? Forse

Expand full comment

Sì sì, ma infatti non li critico per questo, anzi credo sia un’evoluzione naturale, l’ho detto.

Expand full comment

Io posso considerarmi senza dubbio un fanboy de Il Post e se potessi lavorarci ci andrei ora. Per ammetto che le mail che mi arrivano ogni tanto “dai abbonati di nuovo” un po’ infastidiscono.

Expand full comment

Io dico una cosa un po’ amara, a cui dovete fare un po’ di tare ma insomma, vedete voi. Parliamo un sacco proprio in questo posto di quanto il lavoro vada pagato, dei rischi di un’informazione gratuita scadente, del benessere dei lavoratori e dei baroni che impediscono il ricambio generazionale.

Il Post offre informazione libera di qualità (ché Morning è sempre stato a pagamento, altri podcast lo sono stati per tanto e comunque continuano a venir fatti contenuti gratis, vedi Orazio), paga, e ha un direttore che al massimo del successo del suo giornale si fa da parte per lasciare spazio alla nuova leva, di talento, che ha cresciuto internamente. Non capisco perché le regole che valgono per tutti (fare lavoro=chiedere argento) per il Post valgano meno, solo perché li percepiamo come "i buoni", e che si ignori tutto quello di cui ho scritto sopra (tra cui il fatto che un'azienda accetti di cambiare il suo prodotto di punta anche, non certo solo, per rendere più umana la vita di chi lo fa) solo perché siamo un po' infastiditi (delusi? ma perché poi) che alcuni contenuti vadano dietro paywall.

Paywall che magari già paghiamo, quindi diventa una discussione fatta solo per discuterne, un po' come quando ci si irrigidisce quando gli sviluppatori chiedono soldi per i contenuti dei videogiochi che sviluppano.

Expand full comment

Ma infatti nessuno dice che Il Post non debba farsi pagare o che quei soldi non li meriti, alla fine sono strategie. Poi ci sarebbe tutto il discorso, molto più complesso, di come spesso l'informazione più di qualità si va a mettere dietro paywall (ribadisco, giustamente, per il sistema economico di oggi) e libera resta solo quella molto più scadente, incasinata, poco chiara e frettolosa. Per fortuna nel caso de Il Post tanto resta comunque molto libero. E alla fine ci dobbiamo render conto che pagare "i buoni" forse è meglio che leggere gratis i cattivi.

Expand full comment

solo una precisazione: morning non è sempre stato a pagamento

ribadisco che il lavoro si paga: soprattutto quello dei giornalisti ;)

Expand full comment