Ma lo hanno già scritto in tanti!
Appunti di un corso di scrittura - capitolo 9: Come vincere il panico delle storie già raccontate.
Oggi non voglio fare discorsi tecnici sulla scrittura, sullo stile e sulla struttura del testo. Oggi andiamo dritti su un concetto molto semplice e intrusivo che prima o poi vi attaccherà alle spalle.
No, non siete diversi o diverse, succederà anche a voi, anzi probabilmente è già successo.
Parlo del “ma che lo scrivo a fare, che tanto l’han già scritto gli altri?”
La prima cosa da dire è che vi viene in mente questo dubbio non siete persone strane, insicure o deboli. È assolutamente normale sentirsi schiacciati dalla sconfinata produzione di articoli che ogni giorno vengono messi su internet. Vi dirò di più: sono abbastanza sicuro che qualcun altro ha già scritto un testo per motivare chi è assalito da questi dubbi.
Però eccomi qua, a raccontarvi la mia.
Mi è capitato qualcosa di simile proprio l’altro giorno: dopo le voci sul possibile fallimento di Vice volevo scrivere quanto il magazine canadese avesse influenzato la comunicazione degli anni a venire e quanto fosse ancora presentissimo e superato da ciò che aveva ispirato. Avevo già tutto il pezzo in mente.
Poi è uscito un articolo che diceva più o meno le stesse cose. Sul momento la cosa mi ha seccato ma questo non mi ha impedito di scriverne comunque, inserendomi nel medesimo filone ma mettendoci del mio, rielaborando, cambiando paragoni e così via. E il pezzo che avevo letto l’ho pure citato.
Ovviamente, io sono abituato, Sono uno che scrive spesso di prodotti di intrattenimento e quindi è assolutamente normale che anche altre persone scrivano della stessa cosa, spesso in contemporanea. Ma non è solo una questione di abitudine, o meglio l’abitudine è quella che porta a spegnere le voci negative e concentrarsi su quello che vuoi scrivere tu. Poi, come abbiamo visto, ci si lavora.
Chi visse aspettando…
Il primo motivo per cui scrivere qualcosa di già scritto è molto semplice. Se aspetti che ci sia qualcosa di mai scritto non scriverai mai niente. È possibile trovare articoli praticamente di qualsiasi cosa, qualsiasi nicchia, qualsiasi interesse. Se inizi a togliere dalla tua voglia di scrivere tutto il già scritto non scriverai praticamente niente. Inutile girarci intorno.
Se pensi in questo modo la tua testa è ancora bloccata su valori assurdi e inutili come la creatività innata o originalità a tutti i costi. Valori senza senso, tramandati da gente che non è stata né creativa né originale e da una storia dell’arte che ha sempre dato tantissimo peso al “capolavoro” e all’opera unica e irriproducibile. Ma sono concetti vecchi che l’arte stessa a superato, c’è un sacco di roba bellissima nel mondo che non è originale. Quante natività ci sono? Quanti romanzi sul medesimo concetto? Perché dovrebbero bloccare voi, che volete solo dare la vostra opinione su qualcosa?
L’ho detto e lo ripeto: i testi sono schemi fissi che noi prendiamo in maniera conscia e inconsciae che riassembliamo in forme sempre uguali e sempre differenti. Esattamente come accade con la musica, dove lo stesso giro armonico può essere la base di moltissime canzoni, o dove è assolutamente normale fare una cover.
Se pensi che ne ha parlato gente più brava ti freghi comunque, perché ci sarà sempre gente più brava, ma la gente non smette di giocare a calcio perché ci sono Halaand o Messi.
Tutto attorno a noi è stato già scritto, fatto, detto, da gente bravissima ma non è stato scritto, fatto o detto da noi. Qualcuno per caso ha smesso di scrivere strazianti racconti post apocalittici padre-figlio dopo l’uscita de La Strada di Cormac McCarthy? Non hanno fatto più film sulla boxe dopo Rocky? Quante storie sul Vietnam ci sono? Quante parabole criminali?
Liberatevi dà questo peso: non sarete originali, ma potete essere voi. E non esiste momento migliore per esserlo.
Mai come oggi, infatti, diamo grandissimo peso al racconto personale, e sullo storytelling ne avremo da dire, e al punto di vista. In fondo è ancora il Gonzo Journalism di cui vi parlavo sabato.
Ogni testo è il vostro testo
Se gli argomenti sono triti, a brillare dovrà essere il vostro punto di vista, la vostra idea, il vostro stile, il vostro modo di collegare argomenti, fonti, citazioni, la vostra capacità di tenere a bada il ritmo del testo, mescolando informazioni, battute e riflessioni.
Persino il vostro modo di comporre il testo, dosando spazi, immagini, titoli e sottotitoli. Il modo in cui iniziate e concludete il pezzo, il modo in cui rispondete ai commenti. O magari il modo in cui il vostro pezzo si inserisce nella discussione, citando gli altri, senza paura di sembrare quelli che “fanno pubblicità” alla “concorrenza”. Sì, le virgolette sono per evidenziare l’assurdità della.
Tutti hanno scritto tutto, ma pochi hanno scritto bene e nessuno ha scritto come voi.
Quindi, amici, amiche, amic, c’è da lavorare casomai più sullo stile che sulle fonti. Per non diventare i prossimi sostituiti da ChatGPT.
Non vi basta? Beh sappiate che mentre io e voi siamo qua a roderci perché sentiamo gli argomenti sfuggirci dalle mani un sacco di gente la fuori se ne frega e scrive. Alcuni malissimo, ma alcuni bene.
E per quanto si scriva per gli altri (ne sono fermamente convinto, chi dice di scrivere per sé, dice bugie e a volte non lo sa) la prima persona a cui deve piacere quello che facciamo siamo noi. La prima persona che sente l’urgenza di buttar fuori quell’idea, quell’opinione siamo noi. Gli altri arrivano dopo, e nel caso sono gli altri che ci leggeranno, non quelli che hanno già scritto.
Coltivate lo stile, coltivate l’urgenza.
Alla prossima. E ricordate che per dubbi, domande, confronti eccetera io sono qua!
Mi viene in mente una cosa che sentii dire da Mark Manson a cui qualcuno fece notare che quello che diceva non era originale, specie quando parlava di filosofia greca. Rispose che era vero e non l’aveva mai negato ma che lo studio e la capacità di parlare di quegli argomenti erano solo sue, che il mazzo se l’era fatto lui ed era anche perfettamente lecito che venisse pagato per quel che faceva. E che fa da allora, direi pure molto bene.
Grazie Lorenzo, quello di cui hai scritto oggi è un tema che ultimamente mi ha dato tanto da pensare. Io per narcisistico diletto ho un blog nel quale anche se scritto con una ortografia libertina che fa spavento, mi diverto tantissimo. Ultimamente non avendo tempo per scrivere mi domando in continuazione: "Ma cosa continuo a scrivere qui? Tanto nessuno mi legge e arrivo con settimane se non mesi di ritardo". Oppure: "il mio punto di vista cosa ha da aggiungere a quello che è già stato detto e scritto?" Almeno ora so che le domande che mi sono fatto non sono così mal poste!